Stando a quanto ha scoperto un team della Technische Universität Berlin , la capacità di interferire con le comunicazioni wireless necessita soltanto di un cellulare non particolarmente evoluto (un cosiddetto “feature phone”) dotato di un firmware appositamente modificato: il risultato, dicono i ricercatori, è un effetto di jamming garantito anche sulla lunga distanza.
Presentato in occasione del simposio sulla sicurezza USENIX , il lavoro degli studiosi teutonici si basa sull’impiego di un firmware in grado di trasformare un cellulare in un dispositivo capace di bloccare il normale funzionamento di chiamate vocali e messaggi testuali SMS; il blocco ha effetto in un’area ampia oltre 194 chilometri quadrati.
Il sistema di jamming – che in realtà “jamming” propriamente detto non è – sfrutta una delle numerose vulnerabilità del vetusto standard GSM di seconda generazione, intromettendosi fra la antenna di trasmissione e un cellulare a essa connessa e sostituendosi al segnale di “ping” originariamente proveniente dalla antenna.
Il risultato è la impossibilità di effettuare chiamate vocali o inviare messaggi testuali nell’area interessata, anche se le limitazioni al metodo ideato dai ricercatori tedeschi non sono proprio insignificanti: è possibile bloccare il segnale su un singolo operatore per volta, sulla sola rete GSM e i feature phone adattabili a jammer sono solo quelli prodotti da Motorola.
Le reti wireless di terza e quarta generazione non sono affette dal problema, anche se in questo caso quando si parla di falle la situazione non è esattamente rosea . Resta infine la questione dell’affidabilità del network GSM, un tipo di comunicazione cellulare ancora ampiamente usata in giro per il mondo soprattutto in caso di emergenze.
Alfonso Maruccia