Il Progetto Fedora ha annunciato la disponibilità di Fedora 20 , nuova versione del sistema operativo open source basato su Linux che rappresenta il punto di partenza delle release di quel colosso noto come Red Hat Enterprise Linux (RHEL).
Fedora 20, anche noto come “Heisenbug”, viene distribuito a cinque mesi di distanza dalla release precedente e arriva quasi in tempo per i festeggiamenti del decimo anniversario del progetto (partito nel novembre del 2003); come al solito corpose le novità incluse nel sistema operativo , anche se la “promozione” di ARM ad architettura di primaria importanza ruba la scena al resto delle caratteristiche.
ARM veniva sin qui trattata come un’architettura di processore secondaria, ragion per cui nuove versioni compatibili con le suddette CPU venivano distribuite anche in caso di problemi nella compilazione dei pacchetti software. Ora ARM si trova allo stesso livello delle CPU per PC (x86), quindi sussistono gli stessi prerequisiti di base per lo sviluppo e la realizzazione di nuove release.
“ARM sta crescendo rapidamente in statura e già domina il mondo mobile”, ha spiegato Fedora nell’annunciare la novità; “oltre il mobile e i movimenti di mercato” ha continuato l’organizzazione, “ARM dimostra di poter essere una tecnologia potente ed economicamente efficiente per il mondo dei server”. Un interesse, quello verso l’architettura del chip-designer britannico in applicazioni CED e HPC, evidenziato anche dai rumor su Google e la supposta produzione di chip (ARM) fatti in casa per propri data center.
Architettura ARM a parte, Fedora 20 si segnala per l’aggiornamento dei principali componenti integrati (Ruby on Rails 4.0, GNOME 3.0 su tutti), il supporto migliorato a al deployment di ambienti virtualizzati e “cloud”, e l’aggiunta del framework Apache Hadoop 2.2.0 per l’utilizzo anche su sistemi singoli oltre che su cluster.
Alfonso Maruccia