All’inizio era una voliera per piccoli cinguettii in 140 caratteri. Ora, Twitter, regge il confronto con i più importanti alfieri del social networking, potendo contare su un’utenza in crescita e, in alcuni casi, nota al grande pubblico. Tra i più seguiti in assoluto, l’attore Ashton Kutcher con quasi 3 milioni di follower, Oprah Winfrey con 2 milioni ed il neo-presidente statunitense Barack Obama . Nomi altisonanti che consentono di raccogliere pubblicità gratuita sui media di tutto il mondo.
“Twitter si è rivelato l’idolo di programmi televisivi d’informazione, di talk-show quotidiani, editori di riviste e giornalisti – ha scritto il magazine AdvertisingAge sul suo sito – ma quanto vale tutto questo chiacchierare?”. A riportare dati precisi è stata VMS, società di monitoraggio dei media: negli ultimi 30 giorni il tecno-fringuello ha ricavato l’equivalente di 48 milioni di dollari di investimento pubblicitario solo dalla copertura garantita dai mezzi d’informazione. La metà, stando all’articolo di AdAge , di quanto Microsoft avesse pianificato di spendere nelle operazioni marketing legate a Bing.
Se da Redmond, dunque, hanno bisogno di investire in pubblicità, pare che a San Francisco, dove ha sede Twitter, si guadagni facile grazie ai continui riferimenti sui media. Il social network avrebbe ricevuto l’equivalente di 2,73 miliardi di impression solo nell’ultimo mese, con una percentuale del 57 per cento proveniente dalla TV, del 37 per cento dai quotidiani e del 5 per cento dai magazine. E, secondo il CEO VMS Peter Wengryn, questi dati sarebbero da considerare per difetto dato che la sua società non ha misurato la copertura dei giornali più piccoli.
Ad amplificare i risultati delle analisi, Gary Getto, vicepresidente VMS: “Tutto questo è enorme. Twitter sta correndo molto più velocemente di Google e non penso ci sia qualcosa di più popolare di Google”. Più cauto, invece, lo stesso Wengryn che ha posto degli interrogativi sulla sostenibilità da parte di Twitter nel lungo periodo. Perché online le next big thing sono sempre dietro l’angolo. (M.V.)