Roma – C’è la sua mano dietro un incidente che due anni fa costrinse Microsoft a mettere fuori linea il proprio sito per alcune ore. E’ la mano di un ragazzo di 14 anni, uno smanettone che nell’estate del 2003 ha scritto un trojan con cui è riuscito ad infettare numerosi sistemi. Ora è stato condannato.
Le cronache, debitamente purgate del nome del minore, raccontano che il tribunale americano che lo ha giudicato, pur ritenendo il fatto di estrema gravità abbia voluto evitargli una qualsiasi forma di detenzione. Ed è per questo che il giovane virus writer è stato condannato a tre anni di libertà vigilata, un periodo di tempo nel quale dovrà sottoporsi ad una psicoterapia nonché impegnarsi per 300 ore in servizi sociali.
Ogni sei mesi, inoltre, dovrà scrivere al giudice distrettuale che l’ha condannato per raccontare le proprie esperienze nei servizi resi alla comunità.
La sua creatura si chiama RPCSDBOT , un worm che secondo TrendMicro ha conosciuto un’ampia diffusione ed è capace di gravi danni. Si tratta di un codicillo che sfrutta una vecchia vulnerabilità di alcuni sistemi Windows che, una volta infettati, possono essere comandati via IRC, ad esempio per far loro spedire pacchetti malevoli contro server target in rete, come accadde a suo tempo con Microsoft.com.
Dinanzi al giudice, il ragazzo ha dichiarato che “17 mesi fa ho compiuto il più grave errore commesso nella mia vita. L’ho fatto perché ero incuriosito e non pensavo che avrei determinato danni di nessun genere. Mi dispiace di aver creato problemi a persone che neppure conosco”.
Va detto che le sentenze a carico di virus writer negli USA sono sempre più frequenti. Di recente ha destato sensazione la severa condanna inflitta al giovane Jeffrey Lee Parson per la realizzazione della variante di un celebre worm.