Perché accanirsi contro Gmail?

Perché accanirsi contro Gmail?

Se lo chiede un webmaster, affezionato utente di Google, secondo cui sono ingiustificate le critiche piovute sul capo del più amato e usato dei motori di ricerca per il nuovo servizio di webemail gratuita
Se lo chiede un webmaster, affezionato utente di Google, secondo cui sono ingiustificate le critiche piovute sul capo del più amato e usato dei motori di ricerca per il nuovo servizio di webemail gratuita


Roma – Gentile redazione di Punto Informatico, vi leggo da molti anni con crescente apprezzamento e volevo intervenire per la prima volta su una questione che mi ha lasciato a bocca aperta, cioè come viene trattato Google da quando ha presentato Gmail , il servizio da un giga di email di cui ho letto molto anche grazie a voi.

Addirittura ho visto che un’associazione stimabilissima, chi sta in rete da anni lo sa e l’apprezza, soprattutto per gli Award intitolati a Big Brother, Privacy International , ha minacciato di denunciare Google in mezzo mondo se passa così com’è il sistema che controlla la privacy degli utenti iscritti a Gmail.

A parte il fatto che c’è una politica di come questa cosa viene fatta mi pare ben spiegata su Gmail e che dunque chi ha o avrà l’opportunità di farsi una casella elettronica lì può sapere in anticipo a cosa va incontro, davvero non capisco l’accanimento .

Forse c’è gente, e vi scrivo perché mi stupisco che le voci critiche siano così tante, che ritiene scandaloso che un agente software interpreti da sé i contenuti delle email e quindi gli interessi degli utenti per presentare loro pubblicità. Ma non è forse questo un modo intelligente per coprire i costi dei servizi di un sistema gratuito? Cioè. Se io ho una casella email da un gigabyte di spazio e con le tecnologie di filtering e di ricerca di Google che mi gestiscono i messaggi non posso liberamente scegliere di cedere un pizzico di privacy per averla? Ammesso che questo sia quello che succede.

E le critiche a Gmail sono anche sul fatto che, come diceva una parlamentare americana qualche giorno fa e altre associazioni antispam, con un giga di spazio e l’utilizzo del solo indirizzo Gmail che molti farebbero si finirebbe per incentivare lo spam . Cose dell’altro mondo, se si pensa che i filtri che potrebbe mettere in campo Gmail saranno senz’altro molto più evoluti di quelli a cui siamo abituati e poi che cosa vuol dire? Che un servizio più efficiente ed interessante non si può mettere in piedi per colpa dello spam?

Davvero non mi ci raccapezzo quando leggo queste cose, c’è qualcosa di sbagliato di fondo . Capisco che si voglia la massima trasparenza, che magari Gmail qualche aggiustamento lo potrebbe fare per essere ancora più chiaro, ma mi sembra che ci sia un accanimento da parte di alcuni pur stimabili gruppi di pressione.

Ragazzi, non scordiamoci che cosa era la ricerca su Internet prima dell’arrivo di Google , non scordiamoci che quei geniacci si sono inventati sistemi del tutto nuovi per indicizzare i siti, e anche sistemi di revenue e revenue sharing che oggi toccano un sacco di siti ora anche in Italia. Non dimentichiamoci del lavoro enorme che hanno fatto su Usenet con l’acquisto di Deja News .

Insomma, capisco che critiche si debbano sempre poter fare, ma minacciare denunce prima di aprire un dialogo costruttivo mi sembra cattiva amministrazione del buon senso. Non credo ci sia tanta gente in giro con le competenze sufficienti per dare dei consigli, figuriamoci delle critiche serie, a Google.

Un vostro affezionato lettore e un webmaster italiano,
Lettera firmata

Ciao,
condivido quasi interamente quello che hai scritto. Mi permetto solo di osservare, come hai fatto peraltro anche tu, che quelli di Privacy International non sono certo i primi venuti e i rilievi che hanno mosso a Gmail non mi sono sembrati del tutto secondari.
Spero proprio che si possa aprire un dialogo tra Google e i perplessi di oggi ma Google, di cui molti non saprebbero fare a meno, che sa fare davvero molte cose, spesso meglio di tutti, sembrerebbe in questa occasione avere più difficoltà a mettersi in discussione come invece molti vorrebbero.
Mi sembrano in ogni caso un eccesso fuori misura iniziative come quella della senatrice americana Liz Figueroa , che promuove una legge ad hoc per impedire ai servizi internet di servirsi di nuovi sistemi di advertising basati sugli interessi degli utenti…
Ciao, Lamberto Assenti

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
27 apr 2004
Link copiato negli appunti