Il Canone Rai è all’effettivo la tassa più discussa e odiata in Italia. Non ci sono dubbi su questo, soprattutto dopo l’ultima dichiarazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in merito alla sua riscossione futura dal 1° gennaio 2023. In una recente nota, pubblicata dal MEF è stato chiarito ciò che succederà:
Le voci di un’esclusione del Canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate.
Una dichiarazione che ha suscitato sorpresa, sgomento e ira in alcuni. Anche gli esperti non ci stanno e hanno fatto sapere a gran voce che il Canone TV così com’è dovrebbe essere eliminato. Evidentemente una decisione simile sarebbe accolta con favore dai contribuenti italiani. Un po’ meno da “Mamma Rai” e dal suo Amministratore Delegato Carlo Fuortes.
Nondimeno, c’è chi sta facendo una guerra serrata per riuscire a sopprimere il Canone Rai. Adesso è diventata una sfida contro il tempo, da vincere prima che riparta la sua riscossione in bolletta dal 1° gennaio 2023, come ha previsto il Ministro Giancarlo Giorgetti.
Canone Rai 2023: il Codacons vuole la sua abolizione immediata
Una delle associazioni in difesa dei consumatori più agguerrite contro il Canone Rai è il Codacons che vuole la sua abolizione. I tempi sono maturi e, secondo quanto ha dichiarato in questi giorni, non ci sarebbero più ragioni tali per cui la Rai non possa trasformarsi in un’azienda privata a tutti gli effetti, staccandosi dalle tasche dei contribuenti.
L’inserimento del Canone nelle fatture elettriche – spiega il Codacons in una sua nota ufficiale – ha rappresentato una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione dell’allora Governo Renzi. La questione finì anche dinanzi al Tar del Lazio, dove la nostra associazione presentò un ricorso per contestare la misura in virtù dell’illogicità della riscossione di un tributo legato al possesso del televisore attraverso le bollette elettriche.
Riteniamo che i tempi siano oramai maturi per procedere ad una abolizione totale del Canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria. Senza contare che il canone inserito in bolletta aggrava la spesa degli utenti per le forniture elettriche, forniture le cui tariffe hanno subito nell’ultimo trimestre del 2022 un rincaro del +122% rispetto all’ultimo trimestre del 2021.
Fondamentalmente, è difficile vedere una differenza nella gestione della pubblicità tra la Rai e le altre emittenti televisive private. Quindi gli incassi dalla “raccolta pubblicitaria” sono già un’abitudine ormai consolidata e che priva lo spettatore di quel qualcosa in più. Infatti, gli utenti sono sempre più in difficoltà a trovare dissomiglianze dalle altre reti, come ad esempio Mediaset.
Si potrebbe anche aprire un capitolo su chi sostiene che il palinsesto della televisione pubblica italiana non sia all’altezza dell’importo che gli italiani sono chiamati a pagare con il Canone Rai in bolletta. Insomma, la convinzione sempre più diffusa è che “Mamma Rai” debba cominciare a camminare con le proprie gambe slegandosi dal “cordone ombelicale” che la lega ai contribuenti.
Ricordiamo però che il Canone Rai rimane comunque importante per il MEF che, all’effettivo, è uno degli Azionisti di Rai Spa. Perciò ci chiediamo se sarà davvero possibile un giorno vedere tutti gli italiani liberi dall’abbonamento radiotelevisivo italiano.