Perché ChatGPT è migliore dei modelli AI di DeepSeek

Perché ChatGPT è migliore dei modelli AI di DeepSeek

DeepSeek e i suoi modelli AI comer R1 e V3 hanno caratteristiche interessanti, ma non sempre i vantaggi superano gli svantaggi.
Perché ChatGPT è migliore dei modelli AI di DeepSeek
DeepSeek e i suoi modelli AI comer R1 e V3 hanno caratteristiche interessanti, ma non sempre i vantaggi superano gli svantaggi.

C’era una volta un chatbot AI chiamato DeepSeek. È arrivato sulla scena baldanzoso con la promessa di scuotere la Silicon Valley. Per un momento, sembrava davvero il rivale più temibile di ChatGPT, strappando lodi a destra e manca. Persino il CEO di Nvidia Jensen Huang lo ha definito il modello R1 “incredibilmente eccitante“.

DeepSeek ha attirato anche l’attenzione di Mark Zuckerberg, che ha addirittura istituito quattro squadre speciali di ingegneri, ribattezzate “war room”, per capire come avesse fatto a raggiungere prestazioni pari o superiori a quelle dei concorrenti come ChatGPT. Ma al di là del chiacchiericcio… DeepSeek è davvero all’altezza delle aspettative o è l’ennesimo caso di “tutto fumo e niente arrosto”?

Chi è DeepSeek?

Innanzi tutto, facciamo le presentazioni. DeepSeek è il nome di un’azienda cinese di intelligenza artificiale e del suo omonimo chatbot. I suoi modelli principali, DeepSeek-V3 e DeepSeek-R1, hanno fatto scalpore per il fatto di essere più economici da addestrare e utilizzare rispetto a modelli analoghi.

A differenza di ChatGPT e di altri strumenti di intelligenza artificiale, DeepSeek è completamente gratuito. Non esiste un livello a pagamento. Il piano gratuito dà accesso alle migliori versioni dei modelli di DeepSeek, punto. ChatGPT invece, ha un livello gratuito, ma i modelli più potenti sono a pagamento. ChatGPT Plus costa 20 dollari al mese, e ChatGPT Pro costa 200 dollari al mese.

DeepSeek inoltre, è più trasparente sui suoi meccanismi interni. ChatGPT di OpenAI funziona come una “scatola nera”, invece DeepSeek ha reso pubblici i pesi dei suoi modelli (i parametri di addestramento). Attenzione però, questo non significa che i modelli siano open-source: il codice di addestramento e i dati utilizzati restano privati, mentre solo i risultati finali dell’addestramento sono accessibili. Anche se ciò impedisce una riproduzione completa del modello, DeepSeek e altri sistemi con pesi aperti rappresentano comunque un passo avanti verso una maggiore trasparenza.

Il vantaggio principale è che può essere eseguito localmente. Per utilizzare ChatGPT e altri chatbot AI online è che è necessaria una connessione a Internet. Le richieste e le risposte passano attraverso i server di OpenAI, il che significa che si dipende dalla loro infrastruttura, dalle politiche sulla privacy e dai potenziali tempi di inattività. DeepSeek invece si può installare sul proprio PC. In questo modo non ha accesso alla connessione Internet né a informazioni sensibili.

Sia o1 che DeepSeek-R1 includono nel loro output una sequenza chiamata “catena di pensiero“, che mostra i passaggi logici seguiti dal modello per elaborare una risposta. Ma o1 è addestrato a nascondere la maggior parte di questo processo e a fornirne invece una versione abbreviata. DeepSeek-R1, al contrario, rivela maggiormente il suo “processo di pensiero” ed è più facile identificare eventuali errori o falle nel ragionamento.

I limiti di DeepSeek

Sulla base di queste considerazioni quindi, sembrerebbe che DeepSeek sia la scelta migliore. Ma come si dice, non è tutto oro quel che luccica…

1. Server inaffidabili

Con DeepSeek capita spesso di trovarsi a fissare lo schermo in attesa di una risposta che non arriva mai. E quando finalmente si degna di rispondere, è solo per dire di riprovare più tardi. Scalare un servizio diventato improvvisamente popolare non è facile, ma se non si riesce a utilizzarlo quando se ne ha bisogno, che senso ha?

2. Conversazioni senz’anima

Ma il vero neo, sono le conversazioni impersonali, sembra di parlare con un navigatore satellitare. DeepSeek sa generare risposte testuali e comunicare in modo efficace, ma manca quella scintilla, quella profondità che rende uno scambio davvero coinvolgente. Inoltre, è incapace di cogliere le sfumature e di mantenere il filo del discorso su lunghe distanze.

3. Non supporta i file

Per non parlare del supporto ai file. Sulla carta, DeepSeek permette di caricarli. Nella pratica, si limita a estrarre il testo, ignorando bellamente immagini, audio e tutto il resto.

4. App per lo smartphone senza riconoscimento vocale

E che dire dell’app per smartphone? Purtroppo manca la funzione di riconoscimento vocale. Perché mai si dovrebbe sprecare spazio sul telefono per un’app che non sa nemmeno ascoltare? Meglio puntare su Gemini, ChatGPT o Perplexity, che almeno sanno il fatto loro.

Perché DeepSeek non è all’altezza di ChatGPT (per ora)

ChatGPT naturalmente non è perfetto, ma ha molti pregi, in primis l’affidabilità. Con ChatGPT, i tempi di inattività sono un lontano ricordo. Merito di un’infrastruttura solida e di una maggiore esperienza nel gestire picchi di traffico.

Poi ci sono le conversazioni. Quelle vere, coinvolgenti, quasi umane. Il chatbot di OpenAI sa adattarsi al contesto, fornire spiegazioni dettagliate, ricordare i messaggi precedenti. Sa essere un interlocutore, non solo un ripetitore di risposte preconfezionate.

Ma sono le funzionalità avanzata a fare la differenza. Il caricamento dei file, ad esempio, non è limitato all’estrazione del testo. È possibile caricare immagini di specifiche tecniche, tabelle, grafici, e lasciare che l’AI spieghi tutti i dettagli che potrebbero sfuggire a una prima occhiata. Senza dimenticare le conversazioni vocali. Una caratteristica interessante per fare domande a mani libere.

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Pubblicato il
22 mar 2025
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