Sicuramente sarà più interessante quel che comparirà nei commenti rispetto a quel che andiamo a scrivere in queste righe, ma comunque una persona si ponga rispetto al mondo delle criptovalute, una cosa è certa: l’approdo di Coinbase in borsa è indiscutibilmente un momento epocale, uno snodo che – qualunque cosa succeda in seguito – rappresenta una svolta.
A dividere le opinioni è esattamente questo: le criptovalute sono una bolla destinata ad esplodere, oppure sono una bolla destinata a riempirsi di valore fino a diventare rivoluzione? Da una parte ci sono gli ipercritici, coloro i quali vedono in questo comparto una deviazione pericolosa in salsa Ponzi, dall’altra ci sono gli entusiasti, che fino ad oggi hanno avuto ragione con quotazioni in continua ascesa e valori sempre più interessanti nel proprio portafoglio. Ma in mezzo ci sono miliardi di persone che ancora non hanno messo mano al mondo delle criptovalute e che oggi scopriranno come questo settore è stato capace di una quotazione milionaria a Wall Street.
Cosa rappresenta Coinbase
Questo è Coinbase da oggi in poi: non solo il più grande degli Exchange al mondo, ma un’ariete delle “cripto” verso il mondo reale. Un ponte, un canale di comunicazione e, potenzialmente, un hub di valore sul quale tra poche ore gli investitori potranno iniziare a scommettere.
Cos’è Coinbase? Secondo i più critici altro non è se non il venditore di secchielli per i cercatori d’oro: sarà l’unico vero centro di valore al centro di una massa di ambiziosi investitori pronti a versare i propri dollari/euro in monete virtuali protette da appositi wallet. Secondo gli entusiasti, invece, Coinbase rappresenta l’incarnazione delle criptovalute nel mondo della valuta reale: è in Coinbase che il verbo si fa carne e l’hype si fa valore. Tanto valore: decine di miliardi di dollari. Dollari veri, sonanti.
Nelle ore che avvicinano Coinbase a Wall Street, il Bitcoin si è lanciato verso i massimi di sempre e si è trascinato appresso gran parte delle criptovalute più in vista. Non un movimento casuale: le due realtà potranno alimentarsi a vicenda proprio perché Coinbase potrà generare un ciclo virtuoso tra i capitali “reali” e quelli “digitali” del mondo Crypto. Insomma: se il servizio si quota in Borsa dona credibilità alle criptovalute, le quali potranno ampliare il proprio perimetro d’azione e trovare nuovi investitori intercettando nuovi capitali. Il risultato è un ciclo virtuoso sul quale scommetteranno gli ottimisti, mentre i detrattori attenderanno che la dinamica viziosa venga a galla per sfoderare i loro “l’avevo detto”.
Chi ha ragione? Forse la domanda è di per sé fuorviante, perché la verità sarà costruita soltanto in divenire. Certo le contestazioni ai sistemi non-sostenibili di Bitcoin e simili sono temi estremamente concreti che andranno affrontati. Ma Coinbase non è una criptovaluta: Coinbase è l’incarnazione nel Credo verso le criptovalute nella loro generalità, a prescindere dai successi del Bitcoin, del Dogecoin, di Ethereum o di qualunque altra emanazione vedrà la luce.
Nelle stesse settimane in cui si discute del potere delle valute digitali in orbita geopolitica, ecco che le valute digitali bussano a Wall Street: quanti saranno gli investitori disposti ad aprire la porta?