Meta ha lanciato Threads il 5 luglio in oltre 100 paesi, ma non in Europa. Contrariamente a quanto ipotizzato, il motivo non è dovuto al mancato rispetto del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Le parole “imminente incertezza normativa“, pronunciate dalla portavoce Christine Pai, sono riferite al Digital Markets Act (DMA).
Threads non rispetta il DMA
Il Digital Markets Act prevede una serie di obblighi e divieti per i cosiddetti gatekeeper, ovvero le aziende che soddisfano i criteri su capitalizzazione di mercato e numero di utenti attivi mensili. Tra i sei gatekeeper annunciati dalla Commissione europea c’è anche Meta. In seguito alla designazione ufficiale, le Big Tech avranno tempo fino al 6 marzo 2024 per adeguarsi ed evitare le sanzioni.
Durante un’intervista a The Verge, Adam Mosseri (capo di Instagram) ha confermato che il lancio di Threads in Europa è stato posticipato a causa del Digital Markets Act. Come altri servizi di Meta, anche Threads raccoglie numerosi dati degli utenti, ma il vero problema è un altro.
Rob Sherman, Chief Privacy Officer di Meta, ha dichiarato che Threads rispetta il GDPR, ma non altre regole normative. Il DMA vieta di combinare i dati raccolti su diverse piattaforme per le inserzioni personalizzate, senza il consenso degli utenti. Meta combina i dati di Threads e Instagram.
Un secondo problema è dato dall’integrazione tra Instagram e Threads. Dato che l’accesso a Threads avviene con l’account Instagram, Meta favorisce i suoi prodotti rispetto a quelli concorrenti. La cosiddetta auto-preferenza è vietata dal DMA. La soluzione ovvia sarebbe quella di consentire la registrazione a Threads solo con l’email, ma ciò potrebbe rallentare la crescita del servizio.