Seoul – In bagno, sul cuscino, tra i banchi di scuola: il cellulare, in Corea del Sud, è diventato un compagno inseparabile per milioni di persone . La telefonia mobile si è talmente insinuata nelle dinamiche sociali della repubblica coreana che il governo ha dovuto commissionare un’ indagine scientifica per capire gli effetti psicologici di questa insolita e dilagante invasione tecnologica .
I risultati sono impressionanti: un terzo degli adolescenti compresi tra i 14 ed i 19 anni, equivalente al 20% del mercato telefonico, si sente a disagio quando non ha un terminale tra le mani. Quattro ragazzi su dieci spediscono fino a mille SMS al mese , mentre la media nazionale si aggira sui 45 messaggi al giorno procapite. Il 40% dei giovani usa quotidianamente il telefono per giocare, arrivando a passare interi pomeriggi di fronte al piccolo schermo di un cellulare.
Choi Byeong-mok, scienziato della Far East University di Chungcheong e direttore di questa ricerca, non ha dubbi riguardo i risultati dello studio: è convinto che la Corea del Sud abbia raggiunto un livello di saturazione tecnologica particolarmente rischioso, capace di sconquassare l’equilibrio psicosociale della popolazione.
“Gli adolescenti usano il proprio cellulare secondo regimi serratissimi e spesso non riescono a staccare gli occhi dalle tastiere”, dichiara Choi in un’intervista al Joong Ang Daily . “Alcuni di loro spediscono fino a 400 messaggi al giorno, la maggior parte dei quali, specie agli occhi degli adulti, possono sembrare senza senso”. L’ubiquo strumento di comunicazione dell’era digitale è diventato uno specchio dell’anima? “Usare il cellulare per mandare messaggi è diventato un modo per dimostrare la propria presenza, il proprio affetto, anche se mittente e destinatario sono distanti”, conclude il ricercatore.
Un’arma a doppio taglio: i dati raccolti da Choi hanno permesso di registrare l’esistenza di vari strati della popolazione afflitti da patologie psichiatriche imputabili alla diffusione incontrollabile dei cellulari, assurti da semplici status symbol a fondamento dell’identità psicologica individuale.
Tra i disturbi causati dall’abuso dei telefonini vi sono: disagio mentale, ansia e persino allucinazioni. La casistica sudcoreana contiene episodi allarmanti, come quello di una giovane ragazza di 15 anni che, pur avendo spento il telefono, continua a sentirne costantemente la suoneria. Altri, come suggerisce lo psichiatra Chung Chan-ho, direttore di una clinica specializzata nella cura degli adolescenti, “soffrono di vere e proprie dipendenze da tecnologia”.
Lo studio condotto dal governo parla chiaro: il 30% dei giovani è colpito da stati confusionali e depressione transitoria ogni volta che non può utilizzare un cellulare. “La dipendenza riesce ad influenzare negativamente il rendimento scolastico”, visto che il ricorso al telefonino sembra essere un diversivo assai popolare per combattere il tedio dei banchi di scuola.
Tommaso Lombardi