Perplexity, famosa per il suo motore di ricerca AI, sta vivendo un momento di straordinaria crescita. Secondo quanto riportato al Financial Times, nell’ultimo mese la startup ha gestito ben 250 milioni di query, un numero impressionante se paragonato ai 500 milioni di richieste ricevute nell’intero anno precedente.
L’ascesa di Perplexity nel mondo dell’intelligenza artificiale
La chiave del successo di Perplexity risiede nella sua capacità di sfruttare al meglio i dati più recenti disponibili sul web, andando oltre i limiti dei tradizionali modelli di addestramento. A differenza di altri sistemi di intelligenza artificiale, come ChatGPT, che si basano principalmente sui propri dataset, Perplexity è in grado di attingere costantemente alle informazioni più aggiornate presenti online, garantendo risposte sempre precise e pertinenti.
Il rapido successo di Perplexity non è passato inosservato ai colossi del settore. OpenAI, uno dei maggiori player nel campo dell’intelligenza artificiale, ha recentemente annunciato il lancio di SearchGPT, un concorrente diretto di Perplexity. Sarà interessante osservare come si evolverà questa sfida tecnologica nei prossimi mesi e anni.
Secondo Dmitry Shevelenko, chief business officer di Perplexity, le dimensioni contenute dell’azienda rappresentano un punto di forza. La startup può contare, infatti, su una maggiore velocità di esecuzione e una forte concentrazione sul proprio core business, a differenza di giganti come Google che, pur dominando il mercato dei motori di ricerca tradizionali, faticano ad adattarsi rapidamente alle nuove sfide dell’intelligenza artificiale.
Le presunte critiche per le violazioni del copyright
Nonostante il successo, Perplexity ha dovuto fare i conti con alcune critiche legate a presunte violazioni del copyright. Diversi editori hanno accusato la startup di aver utilizzato i loro contenuti senza autorizzazione per addestrare i propri modelli. Shevelenko ha dichiarato al Financial Times che l’azienda ha preso sul serio queste osservazioni. Ora Perplexity mostra le citazioni in modo più evidente. Inoltre, non riassume più i contenuti dei siti web.
Per rafforzare ulteriormente il rapporto con gli editori, Perplexity ha lanciato un innovativo programma di condivisione dei ricavi. Ben 50 testate hanno già manifestato interesse ad aderire a questa iniziativa, che garantirà loro una giusta remunerazione per i contenuti utilizzati dall’intelligenza artificiale.
Nonostante i progressi compiuti, è importante ricordare che anche Perplexity non è infallibile e può commettere errori. Gli utenti sono quindi invitati a verificare sempre le informazioni ottenute, consultando direttamente le fonti originali.