A fine maggio, Perplexity AI ha lanciato la nuova funzionalità Pages che permette di creare una pagina web personalizzabile a partire da una query di ricerca. Il modello IA della startup californiana genera però contenuti molto simili agli articoli pubblicati da Forbes, CNBC, Bloomberg e altre testate giornalistiche, senza citare la fonte in modo chiaro.
Perplexity AI promette miglioramenti
Come si può vedere nel video è sufficiente digitare un prompt (che diventa il titolo) per generare un articolo, un report o una guida dettagliata su vari argomenti. Si ottiene una pagina suddivisa in sezioni che possono essere successivamente aggiunte, eliminate, modificate o spostate. L’utente può inoltre inserire immagini dal computer o prelevate online. Nel testo e alla fine di ogni sezione viene indicato il numero di fonti.
Forbes ha notato che Pages genera contenuti molto simili agli articoli pubblicati dalla stessa Forbes e altri media, tra cui CNBC e Bloomberg. La funzionalità effettua in pratica lo “scraping” delle pagine web (anche quelle nascoste dietro paywall), cambia alcune parole e scrive il risultato.
In risposta al post di John Paczkowski (Executive Editor di Forbes), Aravind Srinivas (CEO di Perplexty) ha dichiarato che la funzionalità è stata annunciata da poco, quindi verrà migliorata.
Una delle critiche riguarda la citazione delle fonti. Come si può vedere in questo esempio, alla fine di ogni sezione viene mostrato solo il numero e i loghi sovrapposti delle fonti. L’utente deve cliccare sul piccolo riquadro per leggere i nomi delle fonti.
L’ennesimo incidente dimostra la tensione crescente tra editori e aziende che sviluppano i modelli di IA generativa. I primi affermano che non è corretto “rubare” gli articoli (senza attribuzione e/o compensazione), in quanto gli utenti non visiteranno più il sito ufficiale e le entrate da advertising e abbonamenti crolleranno a picco. Le aziende affermano invece che non c’è nessuna violazione di copyright, ma solo “fair use”, se gli articoli sono pubblici.