Perplexity pensa all’hardware: un’idea azzeccata o un salto nel buio? Aravind Srinivas, il vulcanico fondatore e CEO dell’omonimo motore di ricerca AI, ha lanciato l’idea su X: un dispositivo vocale sotto i 50 dollari per interagire con il suo potente motore di ricerca. La risposta del pubblico è stata entusiastica, con oltre 5.000 like al post. Srinivas ha confermato: “Ci stiamo“. Ma sarà davvero così facile?
Alright. LFG! https://t.co/hMw3eugb0l
— Aravind Srinivas (@AravSrinivas) November 26, 2024
Perplexity pensa a un dispositivo vocale, una sfida affascinante ma rischiosa
Tutti pazzi per l’hardware… Questa è diventata la nuova ossessione delle startup di AI… C’è chi ci vede un’opportunità per creare nuove forme di interazione, chi vuole cavalcare l’onda del momento. OpenAI, Midjourney, tutti ci stanno provando. Ma l’hardware è un osso duro, come dimostra la storia recente.
Rabbit, con il suo R1, è stata forse l’unica ad avere un discreto successo. Ma ora i suoi dispositivi languono su eBay a prezzi scontati. E che dire di Humane, con il suo Ai Pin presentato come il sostituto dello smartphone? Un flop clamoroso, tra recensioni disastrose, vendite al lumicino e problemi di sicurezza.
Perplexity ci riuscirà?
Perplexity sembra avere le carte in regola: un’idea innovativa, tanti capitali a disposizione (si parla di 500 milioni di dollari in arrivo) e la spinta dell’entusiasmo del pubblico. Ma per trasformare un sogno in realtà servono anche concretezza, attenzione ai dettagli, capacità di gestire la complessità di un progetto hardware. Insomma, Srinivas e il suo team hanno di fronte una sfida appassionante ma piena di incognite. Come recita il vecchio adagio: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare“.