Phil Zimmerman interviene alla conferenza Def Con di Las Vegas per parlare di crittografia, privacy e tecnospioni, parlando in tono ottimistico della fine del tecncontrollo come già hanno avuto fine la schiavitù e le discriminazioni nel passato relativamente recente.
Le soffiate di Edward Snowden e delle altre talpe interne al sistema porterebbero a pensare che le agenzie di intelligence hanno raggiunto un potere quasi assoluto, ma per il creatore di PGP (Pretty Good Privacy) le cose stanno esattamente all’opposto.
In passato l’abolizione della schiavitù e l’affermazione dei diritti civili sembravano realtà irraggiungibili, ha spiegato Zimmerman, eppure entrambe le cose si sono verificate; il tecnologo cita il caso di cui è stato protagonista diretto negli anni ’90, con il governo statunitense che prima impose la messa al bando delle importazioni sulle tecnologie crittografiche (PGP, appunto) e poi tornò sulla decisione grazie al buon senso di personaggi come l’ Attorney General John Ashcroft.
Oggi sta accadendo esattamente lo stesso, sostiene Zimmerman, e le società di intelligence hanno già bussato alla porta di Silent Circle non per farle chiudere baracca quanto piuttosto per chiedere il prezzo per la concessione di licenze in volumi sull’uso delle app crittografiche per gadget mobile create dalla società.
La discussione sulla sicurezza è sulle tecnologie crittografiche è più rilevante che mai, dice Zimmerman, e Las Vegas rappresenta un po’ il centro (estivo) del dibattito grazie alla convergenza con l’evento gemello di Black Hat.
Proprio in occasione di Black Hat è stato tra l’altro presentato un lavoro di cracking eseguito sul Blackphone , cellulare basato su una versione modificata di Android e creato da Silent Circle come soluzione per le comunicazioni sicure a prova di tecnocontrollo. Qualche buco esiste anche lì , sostengono i ricercatori, anche se le patch sono già disponibili e la responsabilità principale ricade (come sempre o quasi) sulle azioni dell’utente.
Alfonso Maruccia