Video reportage e post di prestigiosi editorialisti, anni di cronache e commenti del periodico americano The Atlantic Monthly sono ora disponibili online. Nessuna sottoscrizione a erigere steccati, nessun obbligo di abbonamento: tutto l’archivio dal 1995 a oggi, tutti i dieci numeri annuali sono ora disponibili per essere consultati sullo schermo, per essere linkati e citati online.
La readership del periodico statunitense è quadruplicata dall’apertura della vetrina web, nel 2006. Il magazine elettronico non era che un’ancora per attirare lettori verso l’edizione cartacea, ha spiegato al New York Times James Bennet, direttore di Atlantic Monthly . Erano pochi gli articoli offerti ai non abbonati, limitato il materiale tagliato su misura per la versione online. Si sono aggiunti i primi contenuti multimediali, si sono reclutate le prime firme celebri, hanno iniziato a gestire blog e ad avvincere il pubblico, a intrattenere conversazioni e dibattiti arricchendo l’edizione online del periodico di un valore aggiunto capace di esercitare una forte attrattiva.
La strategia basata sulle sottoscrizioni non è bastata a far quadrare i conti e a colmare i circa 4 milioni di dollari di debito: gli spazi online venduti agli inserzionisti potrebbero riassestare il bilancio nel giro di cinque anni. In effetti, quella della migrazione all’online fondato sulla pubblicità e senza barriere di accesso è un modello di business che ha già convinto il New York Times , e che alletta Rupert Murdoch, fermamente intenzionato a traghettare il suo nuovo giocattolo, il Wall Street Journal , verso un futuro di gratuità. E di spazi pubblicitari venduti a caro prezzo.
Certo, i contenuti non vengono offerti regolarmente con cadenza giornaliera, e la readership di Atlantic Monthly si assesta sui trecentomila utenti : nulla a che vedere col milione di abbonati paganti che può vantare il WSJ online . La platea di lettori è però in netta crescita : sospinta dalla appetibile offerta gratuita e dall’interesse per il punto di vista del magazine riguardo al clima elettorale statunitense, potrebbe estendersi a un numero ancora maggiore di netizen. C’è chi crede nel progetto: Goldman Sachs, per la prima intensa settimana di traffico, si è accaparrata tutti gli spazi pubblicitari in vendita.
Punta di diamante dell’offerta di Atlantic Monthly è il proprio archivio: si può accedere liberamente a tutti gli articoli dal 1995 fino ad oggi , solo un Google Ad, per ora, a fare da contorno a The Heavenly Jukebox , premonizione di Charles Mann risalente al 2000. Per ciò che riguarda il resto del monumentale archivio, sarà disponibile gratuitamente solo una selezione di un migliaio di articoli: nella sezione Flashbacks è possibile consultare As We May Think del visionario Vannevar Bush e godersi qualche assaggio della penna tagliente di Mark Twain ripescata dagli ultimi decenni del 1800. Tutto il resto è premium : una mole documentale sterminata e indicizzata, offerta ai lettori per 2,95 dollari ad accesso, a 99,95 dollari per abbonamento annuale, che prevede la possibilità di consultare un massimo di 300 articoli.
Crisi della carta stampata? Negroponte l’aveva preconizzata: l’integrazione tra business online e editoria tradizionale muove denari e spinge a speculare in maniera sempre più ardita sugli scenari che potrebbero configurarsi nel prossimo futuro.
Gaia Bottà