Il confine della sperimentazione e della conoscenza umana ha due volti: da questa parte dell’Atlantico c’è l’ LHC , l’acceleratore del CERN di Ginevra che vuole scovare la particella di dio che si annida nella sottile filigrana dell’esistenza, mentre da quell’altra parte si è pronti a dare il là al National Ignition Facility , l’impianto che monta il laser più potente del mondo. Talmente potente che i ricercatori lo vogliono utilizzare per simulare l’energia del sole , tra le altre cose.
Costato 12 anni di lavoro e 3,5 miliardi di dollari, l’impianto è finalmente completo e pronto a “sparare” i primi fasci luminosi. Il super-laser è infatti composto da 192 fasci luminosi distinti , ognuno viaggia a circa 300 metri per millesimo di secondo e tutti convergono verso un unico punto delle dimensioni di una comune gomma per cancellare.
Alla stessa stregua dei preparativi pensati per far andare l’acceleratore del CERN a pieno regime, il laser del NIF verrà gradualmente “acceso” nel corso del tempo, i fasci laser innescati, le ottiche riscaldate, sino al punto da raggiungere (nel 2010) quella che gli scienziati definiscono come il punto di avvio della fusione nucleare , un punto in cui la pressione e la temperatura generata dal mega-laser saranno tali da riuscire a comprimere due atomi di idrogeno in un singolo atomo di elio, rilasciando una quantità di energia di classe “stellare” in accordo con l’equazione di Einstein sulla equivalenza di materia ed energia E=mc^2 .
A quel punto l’energia generata (in un contenitore cilindrico appositamente progettato, sostiene la AFP), sarà superiore a quella necessaria al funzionamento della macchina, e gli Stati Uniti avranno a disposizione uno strumento prodigioso da impiegare in vari ambiti di utilizzo, primo fra tutti il “check-up” delle testate dell’arsenale atomico tutt’ora in carica al Pentagono .
Grazie al super-laser, gli ufficiali non avranno più bisogno di test nucleari sotterranei per verificare la buona salute dell’arsenale nucleare americano, come conferma il responsabile della National Nuclear Security Administration Thomas D’Agostino. Dopo le bombe, il NIF farà da spartiacque per una nuova era nel campo delle sperimentazioni ad alte energie , capaci di far avanzare la conoscenza scientifica nella fisica, astrofisica e quant’altro.
Il NIF è in grado di generare e concentrare una quantità di energia tra le 60 e le 70 volte più alta dell’impianto a 60 fasci della University of Rochester , che da oggi è ufficialmente il secondo laser più potente del mondo. Come già successo con l’LHC, anche in questo caso i primi a mostrarsi emozionati e curiosi di sapere che cosa succederà una volta accesa la macchina sono coloro che ci hanno lavorato sopra .
“Oramai è operativo”, dice infatti il direttore e coordinatore del progetto NIF Edward Moses, “I laser solo al loro posto. Gli obiettivi pure, abbiamo provato le ottiche. Ma la vera prova è il momento del fuoco. Abbiamo messo insieme tutto questo e sparato agli obiettivi. È la prima volta che qualcuno conduce esperimenti a queste scale di grandezza”.
Per Moses, che evidentemente non ha in mente solo bombe atomiche e arsenali militari, l’obiettivo principale del NIF è la dimostrazione sul campo della “prova scientifica del principio dell’energia a fusione”. La macchina che dovrebbe contribuire in maniera determinante all’avvio del cammino dell’umanità verso lo sfruttamento della fonte energetica più prodigiosa esistente nell’universo, dice Moses, sarà in grado di sviluppare, entro un lasso di tempo ridotto, una quantità di energia tra le 50 e le 100 volte superiore a quella generata dal laser stesso .
Alfonso Maruccia