Oggi, 14 marzo, si celebra il Pi Day. Nessun anniversario né ricorrenza in particolare da ricordare: la data è scelta molto più semplicemente poiché in alcuni paesi (Stati Uniti su tutti) viene rappresentata come 3/14, ovvero con il mese anteposto al giorno, in una forma che richiama alla mente il 3,14 del Pi greco. La prima celebrazione nel 1988, da un’idea del fisico Larry Shaw.
Il Pi Day e il record di Google
Quale occasione migliore, per Google, per annunciare l’ottenimento di un record del mondo perfettamente in tema? Il Guinnes World Record è stato assegnato al gruppo di Mountain View per aver calcolato il pi greco fino alla cifra numero 31.415.926.535.897 (31 trilioni). Infranto il primato precedente di 22.459.157.718.361 (22 trilioni) stabilito nel 2016. L’operazione è stata eseguita facendo leva sulle potenzialità dell’infrastruttura cloud di bigG, impiegando 25 macchine virtuali e ben 121 giorni nonché 170 TB di storage, l’equivalente dell’intera collezione di volumi appartenenti alla Biblioteca del Congresso USA.
Di seguito uno schema che rappresenta il sistema impiegato da Google per ottenere il risultato. Chi desidera addentrarsi nei dettagli di natura tecnica lo può fare consultando il post condiviso sul blog ufficiale della divisione cloud e firmato da Emma Haruka Iwao (Developer Advocate), responsabile dell’iniziativa.
Una prova di forza, quella del gruppo di Mountain View, che però difficilmente porterà benefici alla comunità scientifica. Solitamente vengono impiegate poche decine di cifre del pi greco, sia per le applicazioni pratiche sia nel campo della ricerca. La NASA, ad esempio, si ferma a 15 per i calcoli legati alla gestione dei vettori da inviare nello spazio, mentre per l’elaborazione delle teorie legate alla circonferenza dell’universo i fisici salgono fino a 40.
Segnaliamo in conclusione una coincidenza, per chi non crede in un ordine invisibile e superiore: il 14 marzo, oltre a coincidere con le celebrazioni del Pi Day, è anche la data che ha visto nascere Albert Einstein (1879-1955) e andarsene Stephen Hawking (1942-2018), due delle menti più brillanti dell’ultimo secolo.