Più download che dischi

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Per la prima volta l'industria segnala che i singoli venduti online in UK hanno superato per volumi di vendita i singoli distribuiti nei negozi. Una conferma che la ripresa del settore passa per Internet
Per la prima volta l'industria segnala che i singoli venduti online in UK hanno superato per volumi di vendita i singoli distribuiti nei negozi. Una conferma che la ripresa del settore passa per Internet


Roma – A dispetto di quanti tra i discografici continuano a sostenere che il peer-to-peer ostacola la musica legale venduta via Internet, arrivano le cifre dell’industria britannica: le vendite di singoli sulla rete hanno superato per volumi i singoli venduti attraverso i canali distributivi tradizionali, singoli in testa. Un record che testimonia l’ottima salute dei jukebox legali e l’enorme attenzione che riscuotono tra gli utenti.

Ad annunciare questi dati sorprendenti è la BPI , l’associazione dell’industria fonografica britannica, che ha tastato il polso del più vivace mercato europeo della musica, quello inglese appunto, scoprendo numeri record. L’ultima settimana di dicembre 2004, in particolare, si è rivelata la più fruttifera per le vendite online: sono stati acquistati la bellezza di 312mila brani musicali singoli contro i 282mila dischi singoli comprati nei negozi.

L’ultima settimana dell’anno è sì una settimana da record ma è anche presa da BPI come emblematica della sostenuta crescita delle rivendite di musica in rete. Basti pensare che un anno fa, nel gennaio del 2004, le tracce vendute dai jukebox Internet non arrivavano a quota 14mila.

Lo storico sorpasso delle vendite immateriali sui CD tradizionali rappresenta evidentemente non solo una novità ma anche un’inversione di tendenza: l’industria musicale ha sempre aggredito il peer-to-peer ponendo particolare rilievo al fatto che la disponibilità dei brani in rete senza controllo avrebbe “ucciso” il mercato dei singoli, un mercato che ora vede però una nuova luce. Sul The Times si parla di “ritrovato ottimismo” per l’industria di settore grazie ai dati diffusi da BPI, dati che invece non sorprendono quegli esperti della rete che ancor prima del lancio dei jukebox legali preconizzavano un futuro certo per la cosiddetta “musica legale” su Internet.

Di interesse a questo punto segnalare che la regina fin qui incontrastata delle vendite online è ancora una volta Apple con il suo iTunes , il servizio di distribuzione a pagamento collegato ai player portatili iPod . A far vincere i negozi online, ha segnalato BPI, anche il fatto che siano disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, al contrario di quanto accade con i negozi tradizionali. Senza contare evidentemente la comodità dell’acquisto di un brano da scaricare direttamente sul proprio PC ed eventualmente masterizzare poi su CD.

I dati di BPI dunque non fanno che confermare le previsioni di società di analisi come Jupiter Research che lo scorso settembre aveva parlato della imminente fine del CD proprio a causa delle distribuzioni legali via Internet. Entro il 2009, avevano spiegato gli analisti dell’azienda, gli utenti internet europei compreranno musica via Internet per un totale di almeno 836 milioni di euro, spendendo in download e in abbonamenti a servizi di streaming. Da parte sua Forrester Research per quello stesso anno si aspetta che si trasformi in flussi di bit il 30 per cento del mercato musicale complessivo.

Sebbene BPI si guardi bene dal dichiararlo, agli osservatori i numeri non possono che sembrare emblematici di uno sviluppo a due vie della musica online. Da un lato il peer-to-peer, la cui crescita non accenna ad arrestarsi , dall’altra i jukebox legali che, come dimostrano le cifre, catturano senza difficoltà l’interesse di milioni di utenti.

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Pubblicato il
11 gen 2005
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