Disponibile sin dai primi mesi dell’anno, la piattaforma AMD Brazos si sta rivelando molto flessibile tanto da permettere ai parterns dell’azienda di Sunnyvale di realizzare con essa soluzioni nettop, netbook e notebook. La potenza garantita in special modo dal chip grafico integrato nelle APU riesce a supplire a molti compiti, assistito da uno o due core CPU basati su architettura Bobcat .
A dire il vero, però, tutte le soluzioni della famiglia AMD VISION Basic viste sinora sul mercato – e sui nostri banchi di prova – fanno uso della versione più potente delle quattro APU oggi disponibili. La ricetta per il modello AMD E-350 prevede un’architettura dual-core, frequenza di funzionamento pari a 1,6GHz, core grafico integrato Radeon HD 6310 con 80 stream processor e TDP di 18W: questa è proprio la APU utilizzata nel notebook Toshiba C660D che ci accingiamo a recensire in queste pagine.
Logo AMD Vision
I sistemi dotati di APU E-Series di AMD sono inquadrati all’interno di soluzioni entry level che possono competere con quelle dotate di CPU Intel Pentium e sono posizionate ad un livello superiore rispetto a quelle basate su Atom. Questi processori estendono la loro azione, come avevamo già intuito, a tutte le piattaforme di computing siano esse portatili che fisse, fermo restando il range di prezzo che AMD stabilisce a valori non superiori ai 400 dollari.
Lineup piattaforme AMD 2011
Sulla carta il notebook Toshiba C660D si presenta come un prodotto da inserire per un certo verso fra i notebook e per un certo altro fra i netbook. Le dimensioni, lo schermo, la dotazione di memoria RAM e disco sono quelli tipici di un computer portatile nel vero senso del termine. La piattaforma hardware, la scheda grafica ed i consumi sono invece quelli di un sistema netbook.
Quando AMD ha progettato la piattaforma Brazos, ha pensato ai diversi utilizzi che se ne potessero fare ed ha realizzato uno schema per ognuno di essi. La soluzione pensata per creare un notebook include una APU Ontario (TDP pari a 9W) o Zacate (TDP pari a 18W), un chipset Hudson M1 ed, eventualmente, una scheda grafica discreta con memoria dedicata. Questi componenti offrono già un certo numero di connessioni verso l’esterno fra cui una porta Ethernet RJ45, due porte USB 2.0 ed uno slot per schede SD. Quello che ha fatto Toshiba è stato integrare tutte queste feature nel suo notebook C660D, come vedremo meglio in dettaglio più avanti.
Il concept di notebook Brazos
Riportiamo anzitutto le specifiche tecniche relative alla APU E-350 utilizzata da Toshiba per il C660D. Per avere un riferimento, le abbiamo messe a confronto con una soluzione Intel Atom.
Specifiche
Seguono, infine, le specifiche del notebook Toshiba C660D .
Processore e mainboard
AMD APU E350 dual-core, prodotta a 40nm, con frequenza di funzionamento di 1,6 GHz ed 1MB di Cache L2.
Specifiche processore
La scheda madre è una soluzione custom prodotta da Toshiba e celata sotto il modello PWWBE con chipset AMD e connessione PCI Express x4. Tutto secondo copione!
Specifiche scheda madre
Memoria di sistema
Il notebook dispone di 4GB di memoria DDR3 disponibile attraverso due moduli di tipo PC3-8500 (DDR3 1066MHz) con possibilità di espansione fino a 8GB (occorre eliminare i moduli presenti e sostituirli con due da 4GB ciascuno).
Specifiche e impostazioni memorie
Sottosistema video
Toshiba ha scelto di utilizzare una scheda grafica discreta al posto di quella integrata nella APU E-350 al fine di dare un po’ più di sprint al suo notebook. Si tratta della VGA AMD Radeon HD 6330M funzionante a 500MHz e dotata di 512 MB di memoria video dedicata spinta a 800MHz (1,6GHz effettivi) e abbinata alla tecnologia HyperMemory per espanderla fino a 2GB nel caso in cui siano presenti 4GB di RAM nel sistema, e fino a 3,57GB nel caso in cui ne siano presenti 8GB. Il chip grafico 6330M dispone di 80 Stream Processor, 8 Texture Unit, 16 Z/Stencil ROP e 4 Color ROP, abbinati a chip di memoria DDR3 e supporto per le API DirectX 11, Shader Model 5.0, DirectCompute 11, OpenGL 4.1, AMD APP (Accelerated Parallel Processing) e OpenCL 1.1. In aggiunta il processore grafico integra il motore video UVD 2 per l’accelerazione del playback video di contenuti H.264, VC-1, MPEG-2 e Adobe Flash.
Specifiche scheda grafica
Sottosistema audio
Il notebook dispone di due altoparlanti stereo integrati con Toshiba Bass Enhanced Sound System e regolazione del volume da tasti funzione, microfono monofonico, uscita jack per cuffie stereo ed ingresso jack per microfono esterno.
Disco Fisso
Hitachi TravelStar 5K500.B HTS545050B9A300 da 2,5 pollici con capacità di 500GB, interfaccia di connessione Serial ATA 2, velocità di rotazione dei piatti pari a 5400 RPM, organizzato in due partizioni da 232GB ciascuna. I consumi, secondo quanto specificato dal produttore , sono pari ad 1,4W nelle operazioni di lettura e scrittura, 0,5W in IDLE e 0,2W in standby.
Specifiche hard disk
Unità ottica
Lettore e masterizzatore DVD-Super Multi Double Layer in grado di scrivere e leggere CD alla velocità di 24x e DVD alla velocità di 8x.
Specifiche unità ottica
Sistema Operativo
Microsoft Windows 7 Home Premium a 64-bit.
Schermo
Toshiba TruBrite HD, TFT LCD da 15,6" con risoluzione pari a 1366×768 pixel, 16:9 e retroilluminazione LED
Dimensioni e peso
Dimensioni pari a 380,5 x 254 x 28/35,6 mm. Peso pari a 2,3 Kg.
Batteria
Agli Ioni di Litio, di produzione Toshiba, con 6-celle (3960 mAh nominali, 3914mAh rilevati).
Specifiche batteria
Varie
- Uscita VGA D-SUB 15 pin tradizionale
- Bluetooth 3.0+HS
- Wi-Fi Lan 802.11b/g/n
- Porta RJ-45 per Gigabit Ethernet
- 2 porte USB 2.0
- Jack audio IN e audio OUT
- Lettore Memory Card (SD, miniSD, microSD, SDHC, SDXC)
- Webcam 0,3 megapixels con microfono
- Touchpad Multi-Touch con supporto per scroll, pinch, flip e rotate a due dita.
Il design proposto da Toshiba per questo nuovo prodotto è assolutamente tradizionale ed economico: l’anonima scocca è a forma di libretto e, realizzata totalmente in materiale antiurto, presenta tutti gli angoli arrotondati senza verniciature lucide (la colorazione in nero opaco deriva dalla lavorazione della plastica stessa); l’unica nota di colore è rappresentata dal logo del produttore, posizionato bene al centro del coperchio e con caratteri sovradimensionati. Un prodotto tipicamente da lavoro, almeno a prima vista, dove c’è poco da vantarsi in termini di estetica.
Lo chassis del Toshiba C660D
L’apertura del coperchio mostra un design interno non molto dissimile da quello di altri modelli dello stesso produttore, con la tastiera (dotata di tastierino numerico) posizionata a metà tra due fasce in plastica e provvista di tasti quadrati ben dimensionati.
Il notebook da aperto
Sul lato sinistro sono posizionate alcune porte ed una grossa presa d’aria che fa da sfogo per il sistema di raffreddamento; in sequenza, troviamo una porta VGA 15-pin per connessioni a dispositivi video analogici, un connettore RJ-45 per gigabit LAN, due connessioni di tipo USB 2.0 ed i tradizionali jack per microfono e cuffie.
Una nota circa la disposizione sconveniente delle porte USB: queste sono localizzate nei pressi dell’angolo inferiore sinistro, obbligando gli utenti "destri" che non dispongono di dispositivi senza filo, a far passare il cavo del mouse attorno al portatile dalla parte posteriore o sotto la macchina stessa; i mancini troveranno tale collocazione altrettanto scomoda poiché cavo esce nei pressi dell’avambraccio, creando intralcio nel movimento. Sarebbe stato auspicabile avere queste porte nella parte più retrostante, magari suddivise una per lato.
Lato sinistro
A destra c’è solo il connettore d’alimentazione, il foro per sistema di sicurezza Kensington ed il lettore di CD/DVD. Riteniamo questa soluzione particolarmente antiestetica perché costringe a tenere il computer sempre connesso "ambo i lati" nell’uso domestico, per alimentazione a destra e mouse/LAN a sinistra, quando tutte le connessioni potevano essere spostate su di un solo lato.
Lato destro
Il profilo posteriore del notebook integra due piccole cerniere ben in vista realizzate in plastica grezza a sostegno del coperchio, e niente altro.
Posteriore
Il prodotto è privo di meccanismo di blocco: l’apertura e chiusura del pannello superiore si effettua tramite semplice trazione o pressione del coperchio. Nella parte frontale troviamo una feritoia dietro la quale si nasconde un lettore di schede di memoria compatibile con i formati SD, miniSD, microSD, SDHC e SDXC.
Frontale
La tastiera è fornita di tasti squadrati ben dimensionati, dalla corsa corta e con lettere dal contrasto accentuato per via della scelta cromatica (può facilitare la digitazione in condizioni di scarsa luminosità). Gli stessi sono decisamente sensibili, favorendo la battitura veloce e garantendo un certo comfort nelle sessioni di scrittura prolungate, anche se la distanza fra gli uni e gli altri è poco accentuata causando a volte errori di battitura. A differenza delle altre parti dello chassis che appaiono poco robuste, il piano tastiera si presenta molto solido e poco incline a scricchiolii e flessioni al centro.
Alcuni nei che abbiamo rilevato, invece, riguardano le ridotte dimensione dei tasti spazio ed invio che, se si è abituati ad altre macchine, sono difficili da centrare quando si scrive senza guardare la tastiera.
Tastiera
La tastiera prevede anche un tastierino numerico a destra con i tasti home, end, pagina avanti e pagina indietro posizionati al di sopra. È presente un tasto per attivare e disattivare il tastierino numerico.
Tastierino numerico
I tasti cursore hanno dimensioni accettabili e sono facilmente individuabili grazie anche al loro corretto posizionamento.
Tasti freccia
Il touchpad è posizionato poco più a sinistra rispetto al centro della fascia poggiapolsi ma centrato sulla sezione della tastiera esclusa del tastierino numerico; a nostro avviso esso è assolutamente migliorabile: a prescindere dalla buona sensibilità, rileviamo una superficie di contatto sottodimensionata, poco distinta dal resto della fascia tale per cui non è difficile sfiorarlo involontariamente, e tasti da "giocattolone" anche se con una buona resistenza al tocco. Ancora, i tasti integrano microswitch di bassa qualità che, a seguito della pressione, creano un fastidioso e ben udibile "clack" plastico che fa quasi tremare l’intera macchina.
Il touchpad
Il display ha una cornice tutta intorno spessa circa un centimetro. La webcam è posizionata al centro della parte superiore, è dotata di sensore da 0,3 megapixels e di microfono integrato.
La cornice dello schermo
L’unico tasto di servizio disponibile è quello di accensione e spegnimento, dotato di led integrato e posizionato a sinistra nella fascia superiore, al fianco di uno dei due speaker. Tutti i controlli principali sono pilotati da combinazioni di tasti funzione, inclusi l’attivazione del Wi-Fi e del Bluetooth, modalità risparmio energetico, luminosità e contrasto dello schermo e livello del volume.
Tasto di accensione
Due piccoli altoparlanti ed un codec audio HD costituiscono la sezione sonora. Dai primi non si può pretendere più di tanto: trattasi di soluzioni economiche che emettono un suono metallico, quasi preconfezionato, ed un livello di volume abbastanza contenuto. L’ascolto in cuffia appare invece abbastanza pulito, con una leggera mancanza di bassi e, anche qui, con un livello di volume massimo buono ma non così elevato. Si vede che Toshiba tiene ai timpani dei suoi utenti!
Le feritoie con i piccoli speaker
L’appoggio al piano di lavoro è garantito da cinque morbidi gommini, che offrono una presa sicura. Tali piedini creano un aumento dello spessore effettivo del notebook ma al contempo garantiscono una minima inclinazione ed una protezione da eventuali liquidi che dovessero riversarsi accidentalmente sul piano di lavoro.
La base
Una base rialzata occupa più spazio ma offre più sicurezza
La base prevede due aperture nascoste sotto lo stesso coperchio plastico: una di dimensioni maggiori che lascia intravedere parte del sistema di raffreddamento e permette l’accesso al disco fisso ed una seconda più piccola che permette di accedere ai moduli di memoria.
Aperture per accedere a disco fisso e moduli di memoria
La batteria è agganciata al corpo macchina tramite due fermi: è del tipo agli Ioni di Litio e sei celle, con capacità massima di 48Wh.
Batteria
La dotazione di serie in quanto a memoria RAM è buona in relazione al prezzo ed al tipo di piattaforma: la macchina utilizza 4GB di RAM DDR3 1066 MHz configurati in modalità single channel (la APU AMD E-350 dispone di un singolo canale ampio 64-bit) tramite due moduli da 2048MB l’uno. È possibile espanderla sino ad 8GB, ma la presenza di soli due slot per memorie impone, in tal caso, la rimozione di quelli forniti.
Memorie
Per testare il notebook in oggetto abbiamo seguito alcune regole, fermo restando che abbiamo utilizzato la configurazione così come ci viene consegnata dal produttore, sia in termini di hardware che di software (si leggano le eccezioni):
- Ogni test è stato ripetuto per tre volte e se i valori di qualche test sembravano sballati il test stesso è stato di nuovo ripetuto;
- Alla fine di ogni sessione di prova l’hard disk è stato riformattato e di nuovo si è ripetuta l’installazione del sistema operativo.
- Le uniche eccezioni che abbiamo fatto in questo caso riguardano la suite di sicurezza installata di default sul sistema che è stata debitamente disinstallata prima dell’esecuzione dei test.
- Per le specifiche dei singoli test vi rimandiamo alla relativa sezione dove trattiamo i risultati che ne derivano.
Impostazioni di prova
Benchmark sintetici
- Fritz Chess Benchmark : questo è un tool che misura la potenza del processore di sistema utilizzando il motore per la creazione di giochi di scacchi "Fritz 9 engine". Il risultato del test è espresso in nodi per secondo medi. Il software è fortemente ottimizzato per girare in ambienti multicore ed è capace di attivare fino ad 8 thread contemporaneamente.
- HD Tune Pro (versione 4) : utilizziamo questo benchmark per misurare la banda dati, l’occupazione di CPU ed altri parametri inerenti i controller disco ed USB. Sui controller SATA colleghiamo un disco rigido WD Caviar Blue da 320GB SATA 2.0 oppure WD Caviar Blue da 320GB SATA 3.0 o ancora un SSD ADATA S599 da 120GB SATA 2.0 a seconda del test che vogliamo effettuare. Per testare il controller in modalità multi disco utilizziamo due dischi WD Caviar Blue da 320GB SATA 2.0.
- 3DMark06 (versione 1.1.0 Professional) : ci permette di valutare le prestazioni grafiche 3D offerte dal sistema. Nel suo computo sono inclusi, in particolare, la CPU, la memoria di sistema ed il controller grafico.
- World In Conflict (RTS): si tratta di uno strategico in tempo reale, che unisce a questo tipo di giochi una visuale simile a quella degli sparatutto in prima persona e che fa degli effetti particellari e della fisica le sue armi migliori.
- Crysis: uno dei più indicativi titoli 3D DirectX 10 per effetti grafici e per l´utilizzo della fisica.
- Alien vs. Predator : la versione originale progettata per console Atari subisce una profonda rivisitazione per essere adattata a sistemi DirectX 11, API delle quali sfrutta in particolare effetti SSAO (Screen Space Ambient Occlusion), di ombre dinamiche e di smooting delle curve dell´alieno.
- Crysis Warhead : uno dei più indicativi titoli 3D DirectX 10 per effetti grafici e per l´utilizzo della fisica.
- Far Cry2: è dotato di un motore 3D evoluto, che fa uso intensivo di effetti DX10 e fisica.
- Lost Planet 2 : nuova avventura d’azione sci-fi di CAPCOM disponibile in versione DirectX 9 e DirectX 11 nella quale vengono pesantemente sfruttati effetti di tessellation.
- Staker: Clear Sky (FPS) : innovativo First Person Shooter DX10, con splendida gestione di luci, ombre, fisica ed effetti DX10 in generale.
- Staker: Call of Prypiat (FPS) : altro capito del noto First Person Shooter questa volta in modalità DX11 ch come al solito offre un’ottima gestione di luci ed ombre.
- Stone Giant : benchmark DirectX 11 basato sul motore grafico sviluppato da BitSquid e Fatshark che utilizza ampiamente effetti di tessellation.
- The Last Remnant: dalla Square Enix (già conosciuta per la fantastica serie Final Fantasy) giunge un nuovo gioco di ruolo alla giapponese, caratterizzato da un comparto grafico eccezionale e da una giocabilità piuttosto elevata, tali da garantire una certà longevità al titolo.
- PovRay (versione 3.6) : il tool Persistence of Vision Raytracer (PovRay) permette di creare grafica tridimensionale di elevata qualità. Al suo interno troviamo una scena standard creata proprio per effettuare benchmark sulla CPU che sfrutta la maggior parte delle feature disponibili con questo software. Per rendere ripetibili i nostri test utilizziamo sempre le impostazioni di default del file.ini .
- Cinebench (versione 10 e versione 11) : suite di test multi-piattaforma basato sul software di animazione CINEMA 4D ampiamente utilizzato da studi e case di produzione per la creazione di contenuti 3D. Grazie ad esso possiamo valutare le performance del sottosistema CPU seppure l’influenza di chipset, memorie e scheda grafica installate nel sistema non può essere trascurata. Il software esegue un test di rendering capace di sollecitare uno o tutti i core del processore disponibili.
- 7-Zip (versione 9.15 beta) : con questo noto software di compressione dati eseguiamo due diversi benchmark. Il primo viene realizzato utilizzando il tool integrato che restituisce una indicazione sui MIPS (million instructions per second) che il sistema è in grado di offrire (potete confrontare i risultati ottenuti con quelli ufficiali e con quelli del vostro sistema). Il secondo invece prende in considerazione una situazione reale nella quale viene richiesto al sistema di comprimere in formato 7z una cartella da 5,36GB contenente 4.379 file di diversa dimensione e tipologia (immagini, testo, html, video, foto, applicazioni) e 536 sottocartelle e poi di decomprimere la stessa. L’operazione di compressione ha una forte dipendenza dalla memoria cache della CPU e dalla memoria RAM installata nel sistema. Quella di estrazione dipende molto, invece, dalla capacità della CPU di gestire le operazioni su interi. In tutti i casi, il software sfrutta abbastanza bene tutte le risorse (core) di CPU a disposizione.
- Auto Gordian Knot (versione 2.55) : software utile per effettuare backup di DVD o comunque operazioni di transcodifica video nei formati DivX ed XviD. Per le nostre prove utilizziamo il codec XviD che il tool installa di default ed eseguiamo il ripping di un completo DVD (Codice Swordfish) che per l’occasione abbiamo memorizzato su un disco fisso e lo "comprimiamo" in modo da farlo entrare su due CD.
- Handbrake (versione 0.9.4) : un software di transcodifica video open-source multipiattaforma e multithreaded con il quale effettuiamo una conversione video di un intero DVD (Codice Swordfish) in formato adatto per i dispositivi Apple iPod, iPhone e iPad.
- Mainconcept H.264 (versione 1.6.1) : tool di codifica video in grado di creare stream ad alta definizione compatibili con lo standard H.264.
- DaCapo (versione 9.12) : questa suite di benchmark permette di valutare il comportamento del sistema quando si utilizzano tool di sviluppo per Java. Esso include tutta una serie di applicazioni reali open source fra cui Tomcat, FOP, Eclipse, Batik, Xalan e altri. Nel nostro caso riportiamo il tempo complessivo necessario all’esecuzione di tutti i test.
- ScienceMark 2.0 : grazie a ScienceMark è possibile misurare le prestazioni del sistema in ambiente di calcolo spinto. Inoltre il software misura le prestazioni della memoria di sistema e della cache integrata nella CPU.
- X264 Benchmark : test di conversione video che rileva la velocità di codifica in FPS (fotogrammi per secondo) di due sorgenti video, dal formato MPEG ad H264.
- PCMark Vantage : di questa suite utilizziamo sia i test sintetici che quelli reali. In particolare ci riferiamo ai test TV and Movies, Music, Communication e Productivity dei quali vi forniamo una breve descrizione di seguito:
- TV and Movies : sono avviati due task simultanei che effettuano operazioni di transcodifica video e video playback di formati differenti utilizzando anche Windows Media Center;
- Music : sono avviati tre task simultanei che prendono in considerazione operazioni di rendering delle pagine web di uno store musicale, di transcodifca audio e di aggiunta dei file su Windows Media Player;
- Communication : sono avviati tre task simultanei che eseguono operazioni di crittazione e compressione dei dati, gestione delle emaile e delle regole, rendering di pagine web, decrittazione dei dati e utilizzo di Windows Defender
- Productivity : sono avviati quattro task simultanei che eseguono l’editing di testi, gestiscono la ricerca di contatti ed email in Windows, eseguono il rendering di pagine web e caricano applicazioni dal disco fisso.
- IDLE : lasciamo la connessione Wi-Fi attiva e lo schermo acceso e non permettiamo la disattivazione di alcun altro componente. Registriamo il tempo che intercorre dal momento in cui stacchiamo il cavo di alimentazione con batteria al 100% al momento in cui il notebook si spegne con batteria al 5%.
- Load : lasciamo attivo in loop il PCMark05 per simulare un utilizzo misto e continuo del sistema. Registriamo il tempo che intercorre dal momento in cui stacchiamo il cavo di alimentazione con batteria al 100% al momento in cui il notebook si spegne con batteria al 5%.
- Gamut (insieme di colori che il pannello è in grado di riprodurre): utilizziamo il colorimetro Spyder 3 Elite di Datacolor per verificare quanto la gamma di colori riprodotta dal monitor del notebook sia compatibile con la gamma di colori che ci si aspetta da un dispositivo RGB.
- Uniformità : utilizziamo il colorimetro Spyder 3 Elite anche per verificare l’uniformità della retroilluminazione dello schermo. Effettuiamo le misure in 9 punti suddividendo il pannello secondo una griglia 3×3 a valori di IRE pari al 100% (bianco) ed al 50% (grigio).
- Difetti visivi : in questo caso utilizziamo la suite di immagini di test disponibili sul sito web Lagom.nl :
- Livello di nero : misura la profondità del nero grazie all’utilizzo di un’immagine con sfondo nero sulla quale sono disegnati blocchi con tonalità molto vicine al nero. Nei pannelli migliori si riescono a distinguere tutte le tonalità.
- Saturazione del bianco : misura la capacità del pannello di distinguere fra diverse tonalità di bianco. In questo caso ci troviamo di fronte ad uno sfondo bianco puro sul quale sono disegnate delle figure con tonalità molto vicine al bianco.
- Contrasto : una serie di barre di diverso colore composte da blocchi di tonalità via via crescente mettono a dura prova il pannello. Solo quelli di qualità elevata riescono a distinguere perfettamente ogni blocco dall’altro.
- Pixel walking : in taluni casi i display LCD presentano problemi con particolari pattern di immagini. Una raccolta di quelli più problematici permette di capire se, anche il modello in prova è sensibile a questo fenomeno indicato come pixel walking ovvero pixel che sembrano muoversi anche se sullo schermo è visualizzata una immagine statica
- Angolo visivo : in questo caso utilizziamo sia immagini di test facenti parte della suite Lagom.nl che un nostro sistema di prova che consiste nello scattare 5 foto con angolazioni di 45 gradi in verticale ed orizzontale quando sullo schermo è visualizzata una particolare immagine di test.
- Gradiente : una speciale immagine di test con sfumatura continua dal bianco al nero permette di valutare la risposta del pannello e del controller che lo gestisce. Nel momento in cui dovessero esserci dei problemi, la sfumatura è visualizzata come un insieme di bande invece che come una barra di con un incremento continuo delle gradazioni di grigio. Un difetto del genere appare evidente soprattutto con display che dichiarano un certo numero di bit per la profondità di colore ma poi realmente ne contano un numero inferiore.
Grafica 3D
Utilizzo generico
I risultati che troverete nelle pagine successive sono stati ottenuti con le piattaforme che trovate elencate in tabella:
Piattaforme
Il processore utilizzato nel notebook Toshiba C660D è il modello AMD E-350 dual core funzionante a 1,6GHz: vediamo quali sono le sue performance rispetto alle soluzioni adottate su altri notebook e netbook.
Performance CPU
Quando si parla di potenza di calcolo pura considerando operazioni su interi e su numeri in virgola mobile, la APU di casa AMD si posiziona sugli stessi livelli di un Pentium SU4100 a basso consumo o di un Athlon Neo X2, prendendo le distanze dai processori Intel Atom (sia single core che dual core). Le piattaforme con processori "tradizionali" volano decisamente più in alto.
Performance unità multimediali della CPU
Sottoponendo un certo carico alle unità multimediali della APU E-350, le sue performance equivalgono a quelle dei modelli rivali Intel Atom dual-core funzionanti alla medesima frequenza. In questo caso il ButterflyXS di Packard Bell con processore Intel Pentium SU4100 riesce a fare di meglio mentre restano lontani i numeri garantiti da piattaforme notebook tradizionali con CPU Core i3 e Core i5.
Prestazioni con algoritmi di crittografia
Se la APU AMD E-350 è utilizzata con applicazioni di crittografia, essa mostra prestazioni nuovamente vicine a quelle di un processore Pentium a basso consumo, comunque superiori a quelle delle controparti Atom.
Fritz Chess benchmark mette a dura prova tutti i core della CPU
Fritz Chess Benchmark garantisce il massimo sfruttamento dei due core della APU AMD E-350 (le performance sono circa doppie rispetto a quelle di altre CPU single core) ma i risultati non vanno comunque oltre quelli dei concorrenti Atom dotati di due core. Il notebook Toshiba in esame dispone di ben 4GB di memoria RAM DDR3 configurata in modalità single-channel seguendo quanto offre il memory controller integrato nella APU E-350. L’utilizzo di un sistema operativo a 64-bit garantisce lo sfruttamento di tutta la RAM a disposizione.
Banda dati memorie
La banda dati offerta dal sottosistema delle memorie utilizzato nel Toshiba C660D non va oltre quella garantita dalle piattaforme con CPU Atom. Riescono a fare di meglio i dispositivi basati su AMD Yukon e CPU Athlon Neo, così come anche Buttrerfly XS con piattaforma Intel. Inutile dirlo, ma ovviamente i modelli con CPU Core i3 e Core i5 dispongono di una banda decisamente superiore.
Il disco installato nel notebook Toshiba C660D offre una capienza di 500GB e piatti in grado di ruotare alla velocità di 5.400 RPM. Osserviamo dunque quanta banda dati riesce a fornire.
Banda dati HDD
In quanto a prestazioni disco il Toshiba C660D riesce a brillare superando di netto anche le soluzioni basate su processori Core i3 e Core i5 e ponendosi in cima alla classifica superato solo da Wind CS120 di MSI.
Prestazioni disco
Da un’analisi più approfondita emerge la banda dati del disco varia fra 85MB/s e 35MB/s circa, con una media non dissimile da quella rilevata da SiSoft SANDRA. Notiamo un tempo di accesso non propriamente basso, visto che siamo sui 20ms, ed un’occupazione di CPU abbastanza elevata (quello che ci aspettiamo dai dischi moderni è un valore non superiore al 4-5%). L’analisi di un sistema con applicazioni di transcodifica video, compressione e rendering ci permette di valutare correttamente le sue performance e definire un confronto corretto fra più modelli. Tali strumenti sono infatti abbastanza pesanti da gestire e richiedono una forte sinergia fra più sottosistemi.
X-MPEG (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
Quando si parla di conversione video in formato DivX, il Toshiba C660D riesce a porsi al di sopra dei valori mostrati da tutti gli altri sistemi con CPU Atom e Intel Pentium S. I tempi sono molto vicini a quelli di piattaforme AMD Yukon con CPU Neo dual core.
AGK (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
Una situazione simile la rileviamo anche con una diversa operazione di transcodifica effettuata mediante il software Auto Gordian Knot utilizzando il codec XviD. In questo caso rileviamo solo l’exploit dell’Eee PC 1005PE.
7-zip
Con applicazioni di compressione file il Toshiba C660D si comporta davvero molto bene riuscendo a porsi in cima alla classifica dei sistemi che utilizzano piattaforme tipicamente netbook e low-power .
Cinebench 10
Bene anche con il software di rendering Cinebench 10 dove rileviamo prestazioni superiori a quelle di altri sistemi Atom powered sia nel caso di rendering a singola CPU che multi CPU. I valori mostrati dalla piattaforma AMD del Toshiba C660D sono in questo caso molto vicini a quelli di un sistema Intel Pentium SU4100.
PovRay (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
PovRay pone il Toshiba C660D ad un livello inferiore rispetto ai dispositivi con piattaforma Yukon e Intel Pentium SU, pur restando su valori decisamente migliori rispetto a quelli raggiunti dalle CPU Atom. In questo caso notiamo una netta differenza fra CPU Out-Of-Order ed In-Order. I sistemi notebook e netbook basati su piattaforme low cost non possono essere certo veicoli di un’esperienza gaming sufficiente. Prendendo in considerazione giochi 3D attuali, probabilmente questi dispositivi non permettono di raggiungere nemmeno un livello di giocabilità minimo.
3DMark 06
Grazie all’utilizzo di un chip grafico discreto, il Toshiba C660D riesce una volta a battere tutta la concorrenza basata su piattaforme Atom, Yukon e Intel Pentium SU. Dai numeri del 3DMark06 rileviamo un buon comportamento sia per l’indice complessivo che per l’indice inerente la CPU.
World in Conflict
Passando ad un gioco vero notiamo però come sia letteralmente impossibile giocare. Anche se le performance del Toshiba sono ben superiori alla media garantita da altri modelli a basso costo, i valori assoluti non permettono di ottenere nulla di definibile come giocabile (siamo sui 23 fps medi a 1024×768 punti con dettagli al minimo).
Playback video – Occupazione CPU (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
Ottime invece le performance con la decodifica video con risoluzioni da 360p fino a 1080p. Nel peggiore dei casi non si supera il 35% di occupazione media del tempo di CPU, con risultati notevolmente migliori rispetto a quelli mostrati da altre piattaforme con CPU Intel Atom e Pentium a basso consumo.
DPC Latency Checker
Per avere la certezza che non ci siano problemi di interruzioni o scatti durante la riproduzione di contenuti real time abbiamo utilizzato il software DPC Latency Checker che esegue un controllo sulle latenze che potenzialmente potrebbero verificarsi nel sistema. Il software afferma che nel sistema sono presenti alcuni drivers che potrebbero inficiare la corretta riproduzione di file audio / video causando la perdita di qualche frame. > Eseguiamo ora alcuni test con applicativi specifici al fine di valutare il comportamento sul campo del prodotto, al di là dei risultati di benchmark estemporanei. In questo caso effettuiamo un mero confronto fra le sole piattaforme più rappresentative del nostro test basate su CPU Atom dual core, Intel Pentium SU4100 ed AMD E-350.
Compressione ed estrazione file (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
I tempi di compressione ed estrazione di file presenti in una cartella contenente numerosi file di diverso tipo e dimensione, danno ragione al Toshiba C660D grazie non solo alla APU ma anche alla dotazione di memoria ed al disco fisso utilizzato.
Transcodifica di un DVD (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
I tempi per estrarre un film in DVD e renderlo disponibile in formato XviD per essere memorizzato su due CD permette ancora una volta al sistema di casa Toshiba di avere la meglio sulle altre piattaforme prese a riferimento.
Navigazione web
Anche nella navigazione web il C660D si comporta molto bene pur non riuscendo a battere, in questo caso, il sistema con CPU Intel Pentium SU4100.
Transcodifica di un DVD (a valori inferiori corrispondono prestazioni migliori)
Il tempo impiegato per produrre la stampa di un documento PDF partendo da uno di tipo PowerPoint mette ancora in buona luce il portatile firmato Toshiba che riesce ad eseguire il lavoro in appena 52 secondi contro gli 80 circa delle piattaforme Atom e i ben 210 di quella Intel Pentium.
Tempi di avvio e shutdown di Windows
I tempi di avvio del sistema operativo mostrano una situazione non del tutto favorevole al notebook Toshiba per il quale avevamo in effetti notato un certo ritardo già ad "occhio nudo". Sono necessari 68 secondi per avviarsi da zero e quasi 30 secondi per risvegliarsi da uno stato di ibernazione. > La batteria utilizzata nel notebook Toshiba C660D è un tradizionale modello agli Ioni di Litio dotata di 6-celle ed una capacità nominale di 3960 mAh. Stante questa situazione abbiamo misurato l’autonomia del sistema in due scenari tipici:
Autonomia della batteria
I numeri mostrati dal Toshiba C660D in questo campo non sono assolutamente entusiasmanti. La piattaforma utilizzata dovrebbe garantire assorbimenti decisamente contenuti ma questi non sono in nessun modo supportati dai dati che abbiamo rilevato. In modalità IDLE l’autonomia si ferma a circa tre ore e quaranta minuti per scendere a poco più di due ore e mezza sotto carico.
Sugli stessi livelli troviamo soluzioni basate su piattaforma Yukon di MSI, ma già un Acer 5745DG dotato di processore Core i5 (ben più performante di quello visto nel C660D) riesce a raggiungere livelli di autonomia superiori. I sistemi basati su Atom o su Pentium S sono invece decisamente migliori.
Temperature
Le temperature misurate sopra e sotto il notebook sono molto accettabili e rendono confortevole l’uso anche quando lo si tiene poggiato sulle proprie gambe. La parte superiore, dove si poggiano i polsi e le dita per digitare, resta sempre su valori molto contenuti e anche abbastanza uniformi su tutta la superficie. > Per valutare la qualità del pannello LCD disponibile con il notebook Toshiba C660D ci serviamo di un certo numero di test e strumenti. In ogni caso i test vengono effettuati impostando i parametri del monitor (solitamente luminosità e contrasto) secondo i valori di fabbrica, pulendolo perfettamente da polvere o altre tracce di sporco e lasciandolo pre-riscaldare per almeno mezz’ora.
Gamut
Dal grafico del Gamut si nota come il display rappresenti in maniera decisamente male la curva colore RGB. Tanto per fare delle banali valutazioni, possiamo affermare che i toni blu tendono al verde, quelli verdi al giallo e quelli rossi ad un rosso sbiadito.
IRE 100%
La retroilluminazione del pannello non è uniforme ma vi assicuriamo che abbiamo visto davvero di peggio. In questo caso le variazioni, rispetto al centro vanno da un +2% (molto vicino al centro del monitor) ad un -14% dello spigolo superiore sinistro. Le rilevazioni effettuate con toni di grigio man mano più scuri (fino a grigio corrispondente a IRE 50%) mostrano curve non dissimili dalla distribuzione vista in questo grafico.
Secondo le rilevazioni effettuate con le immagini campione del sito Lagom.nl, possiamo affermare che i punti di forza del display vanno cercati in una perfetta risposta ai gradienti che non presentano alcuna banda (evidentemente il display utilizza 8-bit per canale RGB), in un ottimo livello di nero e nell’assoluta mancanza di difetti di pixel walking. Al contrario esso soffre con la saturazione del bianco non riuscendo a distinguere i livelli più vicini al bianco stesso ed ha un angolo visivo poco ampio, specie in verticale (anche se si tratta dello stesso difetto rilevato nella maggior parte dei monitor per portatili).
Riflettività dello schermo
I pannelli dei dispositivi moderni sono nella maggior parte dei casi trattati effetto glossy lucido il che garantisce una maggiore brillantezza dei colori ma al contempo è causa di forti riflessioni, specie in presenza di una luce ambientale intensa. Il pannello utilizzato da Toshiba non sfugge a questa legge e, come potete apprezzare, riflette in maniera quasi a specchio gli oggetti che sono posti di fronte quando la schermata è completamente nera. Durante il normale utilizzo, con pagine chiare e non uniformemente nere, l’effetto si attenua ma resta pur sempre visibile. > La flessibilità della piattaforme AMD Brazos è innegabile ma occorre fare attenzione a non vestire "una pecora da lupo". Il notebook Toshiba C660D si presenta come un vero notebook, con schermo ampio, hard disk molto capiente, dotazione di RAM di prim’ordine e scheda grafica discreta. Mediamente le sue prestazioni sono sì più veloci di quelle di un netbook tradizionale ma assolutamente non paragonabili a quelle di un notebook, anche entry level.
In generale il sistema presenta comunque diversi punti di forza come una tastiera completa di tastierino numerico e tasti ben contrastati, un disco capiente e veloce, una scheda grafica che garantisce tempi di risposta accettabili ed uno schermo ampio con risoluzione HD di 1366×768 pixel.
Design. Minimale. Il notebook è completamente nero e tramato tale per cui le impronte non dovrebbero restare sulle superfici plastiche. A tutti gli effetti la scocca appare grezza anche se non lo è.
Dimensioni. Tipiche di un modello da 15,6 pollici. Lo schermo da 15,6 pollici è quello che decide le dimensioni di questo notebook anche se lo spessore risulta essere molto accentuato, probabilmente anche a causa dei piedini in gomma rialzati.
Performances. Medie. La piattaforma AMD utilizzata dal Toshiba C660D si pone ad un livello di poco superiore a quello delle soluzioni tipiche da netbook come Atom e Yukon ma sono ben lontane da quelle di soluzioni propriamente notebook. L’adozione di un disco rigido di buona qualità, unitamente ad una adeguata quantità di memoria di sistema e ad una scheda grafica discreta aiutano ma non permettono nemmeno di avvicinarsi a quelli di un prodotto con piattaforma Intel Centrino.
Memoria. Buona. Sono presenti 4 gigabyte di memoria DDR3 suddivisi in due moduli. È possibile espandere la memoria fino a 8GB ma non sfruttare la modalità dual-channel ed è necessario sostituire i moduli presenti.
Connettività. Sufficiente. Il prodotto offre porte USB 2.0, connessioni RJ-45, VGA, Wi-Fi Lan 802.11n e Bluetooth 3.0. Mancano invece connettori USB 3.0 e HDMI.
Mobilità e autonomia. Sufficiente. Le doti di mobilità sono chiaramente legate a peso e dimensioni, non di certo contenuti. L’alimentatore è invece molto piccolo e dunque facile da trasportare assieme al notebook in una borsa. L’autonomia della batteria non ci piace: visto l’utilizzo di una piattaforma a basso consumo come quella Brazos ci saremmo aspettati di raggiungere almeno gli stessi valori di netbook con processori Intel Atom.
Display. Discreto. Le dimensioni e la risoluzione di questo schermo permettono di lavorare comodamente con più applicazioni aperte ma la qualità delle immagini risulta essere poco ottimizzata tanto che non si ottiene una corretta rappresentazione dell’intero spettro di colori RGB mentre l’angolo visivo è molto ristretto.
Comfort ed ergonomia. Buoni. Il comfort di utilizzo è davvero buono grazie ad una rumorosità molto contenuta, anche quando il sistema è sottoposto a forti stress, alle basse temperature esterne rilevato sullo chassis, ad una tastiera comoda e completa e ad uno schermo ampio. Poco comodo invece il touchpad ed i tasti destro e sinistro associati.
Costo. A questo punto si pone una domanda: se il gap fra questo prodotto ed un notebook di fascia bassa, con processore Core i3, è ampio, sarebbe corretto avere una differenza di prezzo altrettanto importante. Il Toshiba C660D costa circa 400 euro.