Cambridge (USA) – Anche questo anno si conclude con una tremenda impennata nelle vendite di iPod ed omologhi. Il periodo natalizio ormai sfuma e sempre più famiglie si scoprono felici possessori di nuovi apparecchi tecnologici. E se c’è un filo che unisce lettori multimediali, telefoni cellulari e computer portatili è sicuramente quello degli auricolari , comodissimi omologhi delle cuffie.
Sono un po’ ovunque: talvolta vengono forniti gratuitamente, in abbinamento ai vari prodotti, altre volte rappresentano la scelta più conveniente ed amata dagli audiofili. Una convenienza che non mette al riparo da grandi rischi : secondo alcuni ricercatori dell’ Università di Harvard , la natura strutturale degli auricolari li rende particolarmente pericolosi per l’udito , capaci addirittura di causare sordità permanente.
Le dimensioni ridotte, infatti, permettono al suono di fuoriuscire appena al di sopra del timpano. I lettori MP3 odierni, capaci di amplificare i brani riprodotti e di spingerli oltre la soglia del dolore, diventano così delle armi improprie capaci di uccidere l’udito dei consumatori sbadati.
Già, perché come ricorda un medico recentemente intervistato da AP , l’audiologo statunitense Dean Garstecki, “i giovani sfruttano l’enorme autonomia dei lettori audio di ultima generazione” e “non danno mai tregua alle orecchie, ascoltando musica a livelli altissimi per ore ed ore”: un suono sparato a 110 decibel per almeno quindici minuti, dichiara Garstecki, “è già in grado di provocare danni all’udito”.
Sempre più istituti di ricerca hanno stabilito che nei paesi ricchi è stato registrato un incremento drammatico e diffuso di lesioni agli organi auditivi. Dati alla mano, questo numero sembra crescere di pari passo con la diffusione di tecnologie multimediali sempre più compatte e potenti.
Esiste un rimedio che escluda l’abbandono della musica da tasca ? Certo: il consiglio degli esperti, in questo caso, è di mantenere il volume al di sotto del 60% previsto dall’apparecchio -lettore multimediale, cellulare o laptop- e di non superare i sessanta minuti di ascolto.
Tommaso Lombardi