Milano – Quale dovrebbe essere la molla a spingere gli utenti all’acquisto di Windows 7? Non sarebbe lecito pensare che, nella migliore delle ipotesi, Windows 7 sarà solo un “Vista riuscito meglio”? E se non si trattasse di un semplice utente home ma di un utente aziendale? Quali vantaggi per lui e per la sua azienda? Punto Informatico ha girato queste e altre domande a Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia.
PI: Perché un utente oggi dovrebbe correre in negozio e, di punto in bianco, decidere di cambiare il suo “vecchio” sistema operativo acquistando Windows 7?
Pietro Scott Jovane: Intanto, perché Windows 7 rappresenta un po’ la sintesi del massimo dell’innovazione esistente tuttora sul mercato. Nasce da una confidenza, una certezza che ci conferisce l’aver lavorato per un certo numero di anni nel definire un percorso tecnologico che un sistema operativo deve avere, la consapevolezza di chi ritiene che un sistema operativo deve essere l’anima, il cuore di un personal computer. PC che, però, sempre più, si allarga in termini di uso nella casa e nell’azienda.
PI: Quali sono gli strumenti utilizzati per il suo sviluppo?
PSJ: Per fare tutto questo, abbiamo usato certamente le grosse competenze dei nostri sviluppatori ma, in realtà, abbiamo usato 8 milioni di “sviluppatori nel mondo”, cioè tutte le persone che da gennaio ad oggi ci hanno aiutato, installandosi la copia di Windows 7 Beta, a definirne esattamente le funzionalità principali, le modalità di funzionamento, ciò che è veramente più importante e cosa è meno importante. Ciò per far sì che tra la percezione e la sostanza ci fosse il minor gap possibile.
PI: Seven nasce dall’ascolto?
PSJ: Sì, e devo dire che, fino ad oggi, il beneficio per Microsoft è stato elevatissimo. Quello che noi auspichiamo è poter restituire ai nostri utenti quello che è stato sviluppato in questi mesi nell’utilizzo che loro ne faranno. Sarà più semplice? Sarà più sicuro? Sarà più veloce? Noi riteniamo di sì.
PI: La critica mossa frequentemente a Seven è che sia nato più per porre rimedio al “flop” del suo predecessore Vista che per la reale necessità di avere un nuovo sistema operativo.
PSJ: Sicuramente il nostro approccio nello sviluppo di Windows 7 è stato significativamente diverso da quello che abbiamo avuto nello sviluppo di Windows Vista. In particolare, non dico che si trattava di un’era geologica precedente, ma Internet era partecipativa da meno tempo e, quindi, non so se avessimo identificato l’opportunità – mentre abbiamo sviluppato Vista – di sfruttare così tanto la Rete. Ma questa opportunità non c’è sfuggita in sede di sviluppo di Windows 7.
PI: Dunque non è un service pack?
PSJ: Pensiamo anche a cosa Windows 7 porta di nuovo rispetto a Vista, ossia se è solo un aggiornamento di Vista o se è qualcosa di diverso. Noi pensiamo che, rispetto a Vista, dal 2009 in poi la tipologia di dispositivi che gli utenti usano abbia aperto uno scenario che la tecnologia non aveva percepito prima: i netbook, ad esempio, o gli schermi che oltre a permettere di vedere permettono di interagire, oppure il numero di dispositivi presenti in casa, il fatto che si abbiano sempre più elementi digitali come una macchina fotografica, una videocamera digitale, un registratore digitale, hard disk che hanno “pezzi” d’informazione la cui somma complessiva è tutto il nostro sapere, ma distribuiti in modo che ognuno abbia i suoi elementi (ad esempio, il telefonino che ha alcune foto che non hanno gli altri dispositivi).
PI: Seven si infila nel mezzo.
PSJ: Windows 7 abbraccia tutto questo, mette a fattor comune queste informazioni, in maniera sicura, e devo ammettere che questo deriva dal fatto che è cambiato il modo con cui gli utenti usano il Pc sia per accedere a internet sia all’interno dell’azienda. E, quindi, Windows 7 rappresenta un po’ tutto questo: un nuovo modo di usare la tecnologia.
PI: Eppure qualcosa di Vista il nuovo Windows ce l’avrà.
PSJ: Certamente, Windows 7 di Vista si porta dietro una cosa importantissima: l’estrema attenzione alla sicurezza. Che però, sotto Vista, è stata percepita dall’utente come un rallentamento delle funzionalità. In termini di sicurezza, con Windows 7 il risultato è il medesimo, se non superiore, a quello di Vista, ma l’interazione uomo-macchina attraverso le nuove interfacce diventa semplificato. E questo, probabilmente, è un vantaggio significativo per l’utente.
PI: Fino a questo punto abbiamo parlato di un utente generico, casalingo. Cosa dire invece alle aziende?
PSJ: La prima cosa – forse la più importante – è che Windows 7 è attento ai consumi. E in un contesto economico come questo – e spero che non si perda questa sensibilità andando avanti nel tempo, al di là della crisi – diventa un tema importante. Pensiamo alla presenza di PC, server e tutto quello che l’elettronica ha portato in termini di consumi in azienda: Windows 7 aiuta a risparmiare energia e, a dire il vero, nelle condizioni migliori, se domani mattina un’azienda dovesse comprarsi dell’hardware con Windows 7, nel giro di due anni, ottimizzando il consumo energetico, con il risparmio ottenuto ripagherebbe l’hardware e il software.
PI: C’è altro?
PSJ: Ci sono anche altri elementi di sicurezza: il concetto di BitLocker – ad esempio – che è uno strumento che permette di crittografare sia l’hard disk sia qualunque dispositivo che viene interconnesso col PC. Quindi la chiavetta Usb utilizzata per spostare documenti può essere crittografata in tempi istantanei. Così come esiste la possibilità di accedere con un PC Windows 7 alla rete aziendale all’interno di una logica di VPN facilitata.
PI: Non c’è due senza tre.
PSJ: E poi c’è un elemento che è veramente molto importante: molto spesso, con un PC aziendale, ci colleghiamo alla intranet aziendale (magari quando siamo all’esterno o anche a distanza) e, però, non abbiamo la facilitazione che Explorer dà sul web, cioè non c’è l’elemento di cache. Ogni volta che accediamo alla intranet non c’è una cache che ci permette di ottimizzare alcuni aspetti. Windows 7 introduce questa tecnologia, per cui facilita e accelera la velocità di accesso ai contenuti aziendali creando un elemento di cache che è veramente molto utile in termini di tempo e risparmio.
A cura di Massimo Mattone