Infratel ha pubblicato i nuovi dati sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione della rete in fibra ottica sulla base del Piano Banda Ultralarga destinato alle aree bianche, ovvero alle cosiddette aree a fallimento di mercato. Rispetto all’anno scorso ci sono alcuni miglioramenti, ma permangono i ritardi, come testimoniano le penali pagate da Open Fiber.
Piano Banda Ultralarga: 7.807 progetti approvati
La Strategia Italiana per la Banda Ultralarga (BUL), approvata dal governo a marzo 2015, prevede la realizzazione di una rete pubblica in circa 7.000 comuni considerati poco “remunerativi” dagli operatori privati. Finora l’importo dei lavori ordinati al concessionario (Open Fiber) ammonta a circa 1,42 miliardi di euro (quasi 21 milioni nel mese di gennaio).
Dall’avvio del piano sono stati approvati 7.807 progetti definitivi in 5.802 comuni delle 20 regioni. I cantieri aperti sono 3.879 in 2.807 comuni (164 in 130 comuni a gennaio). Il collaudo è stato superato in 711 comuni su 874 (34 a gennaio), mentre la commercializzazione del servizio (FTTH e FWA) è disponibile in 1.774 comuni (43 a gennaio). In pratica circa il 25% del numero totale di comuni in area bianca.
Come evidenziato da Asstel, la burocrazia rappresenta una vera e propria zavorra. La lentezza è dovuta alle numerose autorizzazioni che devono essere rilasciate da enti diversi. Solo per iniziare i lavori di scavo si può attendere fino a 250 giorni.
Infratel e Open Fiber hanno individuato alcune misure per velocizzare l’attuazione del Piano BUL, tra cui gruppi di lavoro congiunti, semplificazioni tecnico-procedurali, utilizzo dei minicab e commercializzazione di servizi anche in assenza di collaudo (durante lo stato di emergenza sanitario).
Infratel ha inoltre comunicato le penali contrattuali pagate da Open Fiber per i ritardi nella presentazione della progettazione definitiva relativa alle quattro fasi di gara 1 e 2: 3.412.000 euro. Altri 6.215.250 euro sono stati contestati nel mese di gennaio.