Infratel, società in house del Ministero dello Sviluppo Economico, ha pubblicato il nuovo report sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale Banda Ultralarga destinato alle aree bianche, ovvero alle cosiddette aree a fallimento di mercato. Per l’ennesima volta sono evidenziati i notevoli ritardi nell’esecuzione dei lavori da parte di Open Fiber, probabilmente dovuti alla burocrazia. Di questo passo, l’obiettivo di Colao rimarrà un miracolo.
Piano BUL aree bianche: i ritardi continuano
Il Piano Nazionale Banda Ultralarga, operativo dal 2016, prevede la realizzazione di una rete pubblica (FTTH) in circa 7.000 comuni. Le tre gare sono state aggiudicate a Open Fiber (concessionario). In base all’ultima relazione di Infratel, nel primo trimestre 2021 sono stati consegnati 248 progetti esecutivi, ovvero il 29% degli 845 previsti entro il primo semestre. Nello stesso periodo, Infratel ha approvato 200 progetti su 290.
I comuni completati con CUIR (Comunicazione Ultimazione Impianto di Rete) sono stati 270, pari al 35% dei 763 da completare nel primo semestre. Nel primo trimestre, Infratel ha collaudato positivamente 227 comuni FTTH (più 97 con prescrizioni) e 88 siti FWA (più 35 con prescrizioni).
I ritardi nell’esecuzione dei lavori sono testimoniati dalle penali contrattuali pagate da Open Fiber per non aver rispettato le scadenze previste dalle prime quattro fasi delle gare, ovvero progettazione definitiva, progettazione esecutiva, esecuzione dei lavori e collaudo (la quinta è l’avvio dei servizi): 7.006.750 euro.
Visti i risultati conseguiti nel primo trimestre 2021, Infratel ha chiesto a Open Fiber di predisporre “un piano operativo volto a consentire il conseguimento dei target attesi per il 2021“.
Dall’avvio operativo del Piano BUL, i servizi sono disponibili in 2.002 comuni (271 in più rispetto a dicembre 2020). I comuni collaudati positivamente sono 904 (227 in più rispetto a dicembre 2020), mentre i cantieri aperti sono 4.252 (537 in più rispetto a dicembre 2020).