Washington – L’idea di gustare una soap opera davanti alla tv anche per anni e anni, magari spaparanzati su un comodo divano, potrebbe presto tramontare, dopo la realizzazione del progetto di CBS Broadcasting . La major televisiva americana ha infatti in cantiere la sua “soap” appositamente studiata per la visione su cellulare (e quindi visibile anche in piedi, altro che divano).
C’è già un termine per definire questo nuovo genere tv: mobisoap. L’assonanza con Moby Dick è fuorviante: il serial, intitolato per il momento “Hey, It’s Me” sarà trasmesso quotidianamente sui cellulari abilitati alla ricezione del segnale televisivo in brevi strisce da tre/cinque minuti e avrà autori, sceneggiatori, produttori e attori tutti suoi.
CBS non è che uno dei tanti media interessati dal mercato della tv “mobile”. Recentemente, l’operatore Sprint Nextel ha trasmesso il concerto di Bon Jovi in un programma riservato esclusivamente ai propri utenti “cellulari”. Probabilmente gli spettatori presenti dal vivo hanno goduto di uno spettacolo migliore, ma è ormai tendenza ricorrente degli operatori mobili quella di offrire contenuti tv e video-clip musicali in formato mignon per videofonini.
L’idea della mobisoap è venuta lo scorso anno anche alla Fox , che ne ha realizzata una parallelamente ad una microserie del telefilm “24”.
“Vogliamo essere dove lo spettatore si trova”, riferisce Chris Ender, portavoce di CBS. “E gli utenti, soprattutto i più giovani, sono con il proprio cellulare”. Ovunque essi si trovino. E in effetti, si sa, il cellulare segue l’utente dappertutto .
Ma non è la sola idea innovativa di CBS: la major ha già allo studio un progetto di diffusione di contenuti televisivi attraverso alcuni portali internet e ha annunciato inoltre di essere in trattativa con Google per la vendita di programmi nel nuovo “video marketplace” in cantiere a Mountain View.
I cinefili provano un’autentica repulsione per i film trasmessi su cellulare. Ma gli irriducibili fan delle soap a episodi, come reagiranno di fronte a questa nuova tendenza?
Dario Bonacina