Compie un nuovo passo in avanti la ricerca sui microrobot. Lo studio appena presentato da un ricercatore catalano documenta la possibilità di costruire persino degli sciami di nanocosi. Capaci ciascuno di muoversi, comunicare con gli altri, assumere decisioni a partire dagli input ambientali. Il paper , racconta The Register , porta la firma di Raimon Casanova, ricercatore dell’Università di Barcelona, ed è stato presentato all’ International Solid-State Circuits Conference ( ISSCC .
Al suo interno sono sintetizzati i risultati di ricerca fin qui raggiunti dal progetto “Intelligent Small World Autonomous Robots for Micro-manipulation” ( I-SWARM ), finanziato con 4,4 milioni di euro dall’Unione Europea, e finalizzato proprio alla costruzione di gruppi coordinati di microrobot. I nanocosi sviluppati dall’equipe di ricerca, per il momento in forma prototipale, misurano 2,3 millimetri di lato e pesano 73 milligrammi. Una dotazione di tre gambe piezoelettriche consente loro di muoversi, girarsi, fermarsi, mentre la comunicazione con gli altri individui del “branco” è resa possibile da quattro coppie di fotodiodi a LED.
Per quanto riguarda il “cervello”, invece, ciascuno dei microrobot dipende una memoria riprogrammabile delle dimensioni di 8KB, ed in grado di stivare dati fino a 2KB. L’alimentazione è garantita da micro-pannelli fotovolatici da 3,9mm di lato: per governare al meglio i consumi, inoltre, gli scienziati li hanno dotati di dispositivi di power management ad hoc.
A guidare le azioni dei nanocosi è un sistema di intelligenza artificiale event- driven , che individua in ogni istante il matching migliore tra i dati ambientali (registrati dai sensori) e le istruzioni contenute nella memoria programmabile. Per il momento, gli I-SWARM presentano rilevanti limiti operativi. Il set di azioni che ciascun apparecchio può svolgere, in particolare, è molto circoscritto, e le loro memorie devono essere riprogrammate ad ogni accensione (attraverso un procedimento che dura ben 45 minuti).
Allo stesso tempo, tuttavia, la quantità di ricerche in corso nel settore autorizza un certo ottimismo. In passato, infatti, sono già stati presentati prototipi in grado di saltare , sciamare per il corpo umano e persino giocare a calcio , mentre gli scienziati ipotizzano di poter presto usare i microcomputer anche nella ricerca spaziale.
Giovanni Arata