Lo scorso dicembre in rete i fan più “smanettoni” della console Nintendo Switch sono rimasti a bocca aperta quando hanno visto per la prima volta Picofly, hack hardware basata su componenti elettronici standard. Questa soluzione per moddare il sistema e consentire l’avvio di payload non firmati sembrava un miraggio allora, se non addirittura un fake. Proprio in queste ore, però, il modchip Picofly è diventato realtà, rendendo possibile l’installazione di bootloader custom a un costo veramente ridicolo.
Picofly arriva per Nintendo Switch
Prima di tutto, cos’è esattamente Picofly? Si tratta di un modchip hardware alternativo ai costosi HWFly, unico modo per “hackerare” qualsiasi Switch (modelli OLED e Lite compresi) dopo la patch applicata da Nintendo ai primi modelli V1. Il dispositivo, in termini semplici, comporta alcuni problemi con il processore facendogli fallire un controllo del software. In questo modo, l’utente può avviare altre soluzioni non firmate di livello superiore come Hekate, accedendo così a Linux e addirittura LineageOS, ovvero Android.
Grazie a questa soluzione, ogni Nintendo Switch può essere hackerata in men che non si dica, più o meno. Per accedere a questa soluzione servono infatti particolari abilità di saldatura e non solo: oltre alla console, servono un Microcontrollore RP2040-Zero, resistenze SMD 47-50 ohm, cavi per le connessioni, MOSFET e il firmware RP2040. Il modchip va dunque saldato in sei punti e bisogna persino cercare di farlo stare sotto la scocca, eventualmente rimuovendo la porta USB inclusa in RP2040-Zero, nonché i due pulsanti.
Il prezzo per i componenti? Circa 3 dollari, ma meglio affidarsi a un esperto saldatore per completare il lavoro evitando di rendere la console non funzionante. Il consiglio dei fan resta comunque quello di attendere l’eventuale rilascio di kit meno elaborati, dal prezzo simile e con guide all’installazione e all’uso più accessibili.