Se oggi disponiamo di strumenti come Meet, Zoom e Teams per rimanere in contatto con gli altri tramite videochiamate lo si deve all’evoluzione della grande Rete e più in generale della tecnologia. Uno step importante di questo percorso è stato compiuto esattamente 50 anni fa, quando l’1 luglio 1970 è avvenuta la prima comunicazione con una componente visiva in ambito commerciale.
Picturephone Mod II, il nonno di Zoom, Meet e Teams
Protagonista il Picturephone Mod II che ha permesso al sindaco di Pittsburgh (Peter Flaherty) e al CEO di Alcoa (John Harper) di interagire a distanza guardando l’interlocutore negli occhi. È stato il primo apparecchio di questo tipo a poter essere installato in un’abitazione o in un ufficio. Alla base del funzionamento una rete allestita da AT&T.
Per celebrare la ricorrenza un team della Carnegie Mellon University ha preso una delle unità ancora disponibili e l’ha modificata in modo da poter eseguire software moderni come Zoom e Skype.
Il concept della videochiamata è stato in precedenza immaginato come spesso accade per le innovazioni dal mondo della letteratura fantascientifica e da quello del cinema: ne è un esempio il sistema di comunicazione portato un paio di anni prima da Kubrick sul grande schermo con la pellicola 2001 Odissea nello Spazio.
L’idea di AT&T e il fallimento del progetto
Il lavoro di AT&T su questo tipo di tecnologia affonda le proprie radici in un passato ancora più remoto, negli anni ’30, con un primo prototipo mostrato alla World’s Fair della grande mela nel 1939, all’alba della seconda guerra mondiale. L’esordio di Picturephone Mod I avvenne però solo nel 1964 con postazioni allestite a New York, Washington e Chicago: l’apparato necessario era estremamente più complesso e una videochiamata di tre minuti costava l’equivalente di circa 133 dollari odierni.
Sei anni più tardi arrivò il già citato Picturephone Mod II, miniaturizzato con il suo schermo in bianco e nero da 5,5 pollici e una frequenza di aggiornamento delle immagini pari a 30 fps. La videocamera impiegata aveva una risoluzione simile a quella che oggi si trova in un sensore da 0,8 megapixel. La tariffa mensile imposta dall’operatore era pari a 160 dollari (oggi sarebbero circa 1.100 dollari) con 30 minuti di utilizzo inclusi.
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A livello di ritorno economico fu un fallimento: nonostante i milioni investiti nella fase di progettazione le unità distribuite in tre anni furono solo 450, mentre l’obiettivo di AT&T era quello di arrivare a 100.000 nel 1975. Alle incarnazioni successive non andò meglio, fino all’abbandono del progetto negli anni ’90.