Pinterest: denuncia per violazione della privacy

Pinterest: denuncia per violazione della privacy

Pinterest ha ricevuto una denuncia dall'organizzazione noyb per aver usato i dati degli utenti a scopo pubblicitario senza un loro consenso esplicito.
Pinterest: denuncia per violazione della privacy
Pinterest ha ricevuto una denuncia dall'organizzazione noyb per aver usato i dati degli utenti a scopo pubblicitario senza un loro consenso esplicito.

L’organizzazione noyb, guidata dal noto avvocato Max Schrems, ha presentato una denuncia contro Pinterest. L’azienda statunitense avrebbe violato il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) perché utilizza i dati degli utenti per le inserzioni personalizzate senza il loro consenso esplicito.

Vietato usare il legittimo interesse

La denuncia è stata presentata per conto di un utente che aveva notato la selezione predefinita delle impostazioni relative alle inserzioni personalizzate. Pinterest utilizza le informazioni dei siti visitati, quelle fornite dai partner e le attività dell’utente.

Quando il denunciante ha chiesto una copia dei dati, quali dati sono condivisi con terze parte e i nomi dei destinatari, l’azienda californiana ha fornito risposte incomplete. In pratica ha impedito di esercitare il diritto di accesso ai dati previsto dal GDPR.

Le informazioni usate da Pinterest per la personalizzazione della inserzioni sono state ottenute sulla base del legittimo interesse. Questa pratica è stata considerata illegale dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Per la pubblicità personalizzata è necessario chiedere un consenso esplicito (opt-in).

Secondo noyb, Pinterest ignora la sentenza per massimizzare i profitti ed effettua il tracciamento segreto degli utenti europei. L’organizzazione ha presentato la denuncia al garante della privacy francese, chiedendo la cancellazione dei dati raccolti finora, il rispetto delle richieste di accesso ai dati e l’imposizione di una sanzione amministrativa per evitare simili violazioni in futuro.

Il caso è simile a quello che riguarda Meta. L’azienda di Menlo Park ha aggirato gli obblighi del GDPR con l’introduzione di un abbonamento per Facebook e Instagram. In base ai risultati preliminari dell’indagine, la Commissione europea ha stabilito che il modello “pay or consent” non rispetta il Digital Markets Act.

Fonte: noyb
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Pubblicato il
24 ott 2024
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