Non usano mezzi termini alcuni esponenti della maggioranza nel criticare l’ intesa con cui il Governo italiano ha dato via libera a Microsoft per la realizzazione di tre centri di ricerca e innovazione che leghino aziende, università e tecnologie Microsoft. Secondo Pietro Folena , presidente della commissione Cultura della Camera, l’accordo è “sbagliato”.
“Sono sinceramente sorpreso e amareggiato” – dichiara Folena. “In primo luogo – spiega – occorre rilevare che tale accordo è stato raggiunto senza una procedura trasparente e di evidenza pubblica. In secondo luogo, è noto che nel mondo accademico prevale di gran lunga l’utilizzo di software open source , come Linux, perché, grazie al suo contenuto aperto e pubblico, puo’ essere studiato, modificato, adattato”.
A fronte di tutto questo, sottolinea Folena, “non si capisce quindi perché il Governo abbia deciso di affidarsi ad una azienda che produce software proprietario, chiuso e immodificabile, quando invece in tutte le università del mondo l’uso dei sistemi open source è da decenni uno standard al punto tale che l’Università di Berkeley della California, tra le più prestigiose del mondo, ha creato persino un sistema operativo open source ed una apposita licenza di utilizzo aperto”.
La questione, spiega il presidente della Commissione che ha già preannunciato una interrogazione ai ministri Nicolais e Mussi, non è scegliere un software o un altro, perché “il software open source non appartiene a nessuno, o meglio appartiene a tutti”, ma il vero rischio è “è che nel campo della ricerca il nostro paese faccia ancora una volta un passo indietro e una figuraccia internazionale”.
Sulla stessa linea le dichiarazioni di Oliviero Dottorini, dei Verdi, presidente commissione Bilancio e Affari istituzionali della regione Umbria, secondo cui “la firma del protocollo d’intesa fra Ministero dell’Università, Ministero dell’Innovazione tecnologica e Microsoft è un grave errore. La nostra società non ha bisogno di aziende monopolistiche che applichino i loro standard e le loro licenze d’uso a discapito dei piccoli imprenditori e delle piccole e medie imprese che ogni giorno si vedono costrette a competere con i giganti dell’informatica”. Secondo Dottorini “incentivare l’uso di tecnologie Microsoft tramite protocollo d’intesa è assurdo e controproducente”.
Dottorini, che è, tra le altre cose, promotore della legge umbra sul software libero , ritiene che il Governo debba rispettare il programma “dove si dice che è doveroso tradurre in pratica le dichiarazioni di principio in favore della diffusione dell’open source nelle amministrazioni e che questa risorsa allevierà la dipendenza dalle onerose licenze commerciali”. Ma la firma del protocollo di intesa “va nella direzione esattamente opposta”.
Il consigliere regionale sottolinea anche come nella Regione Umbria sia già attivo un centro di competenza in materia, “intermente fondato sulla cultura del software libero e degli standard aperti”. A suo dire è importante che altre regioni prendano esempio dall’Umbria e abbandonino software proprietari altamente costosi e dei quali non si conosce il codice sorgente.
Sul sito di Dottorini si possono trovare anche i testi del protocollo di intesa e il rapporto di collaborazione su cui Governo e Microsoft hanno concordato avanti ieri.