Insieme al campionato di Serie A è ripartita anche la piattaforma Piracy Shield. Durante la prima giornata sono stati oscurati 210 indirizzi IP su segnalazione di DAZN. Consip ha intanto avviato la procedura di gara per la realizzazione della versione 2.0. Secondo il quotidiano La Repubblica, AGCOM vuole impedire l’installazione delle VPN sulle smart TV.
Piracy Shield 2.0 e VPN
Piracy Shield è attiva dal 1 febbraio 2024. Il suo funzionamento è noto: i titolari dei diritti (ad esempio, DAZN e Sky) inviano una richiesta di blocco (ticket) e gli ISP devono impedire l’accesso al sito pirata entro 30 minuti. Finora sono stati bloccati oltre 18.000 indirizzi IP, ma è praticamente impossibile individuare tutte le IPTV. Basta usare uno dei servizi disponibili (legittimi) per ritornare online.
AGCOM ha incaricato Consip di avviare la procedura di gara per assegnare ad un fornitore privato la realizzazione di Piracy Shield 2.0 (che secondo il quotidiano La Repubblica avrà un costo di 2 milioni di euro all’anno a carico dello Stato).
Il tribunale di Milano ha recentemente stabilito che non è possibile imporre a Cloudflare l’iscrizione alla piattaforma. I servizi dell’azienda statunitense (in particolare la CDN) vengono usati anche per lo streaming pirata. Secondo La Repubblica, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni contatterà due produttori per chiedere di impedire l’istallazione delle VPN sulle loro smart TV.
In base alla legge antipirateria (n. 93 del 14 luglio 2023), la richiesta di blocco deve essere inviata anche ai fornitori di VPN. Ciò è tuttavia possibile solo se il provider effettua l’iscrizione a Piracy Shield. Come visto nel caso di Cloudflare, le aziende straniere non hanno nessun obbligo. Le VPN più popolari hanno sede estera, quindi sembra una battaglia persa in partenza (l’italiana AirVPN ha invece chiuso il servizio a fine febbraio).