Piracy Shield attiva da oggi, in tempo per Inter-Juve

Piracy Shield attiva da oggi, in tempo per Inter-Juve

Piracy Shield è attiva, quindi i titolari dei diritti possono segnalare gli indirizzi IP dei siti pirata, giusto in tempo per Inter-Juventus.
Piracy Shield attiva da oggi, in tempo per Inter-Juve
Piracy Shield è attiva, quindi i titolari dei diritti possono segnalare gli indirizzi IP dei siti pirata, giusto in tempo per Inter-Juventus.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha comunicato che la piattaforma Piracy Shield è attiva. Il primo banco di prova sarà la partita Lecce-Fiorentina di venerdì 2 febbraio, ma il vero “crash test” verrà effettuato con il big match Inter-Juventus di domenica sera, in quanto arriveranno numerose segnalazioni dai titolari dei diritti.

Piracy Shield: blocco entro 30 minuti?

Il punto interrogativo è necessario perché Piracy Shield sarà utile solo se gli ISP riusciranno a bloccare l’accesso ai siti pirata entro 30 minuti dalla segnalazione. La piattaforma, donata dalla Lega Serie A all’AGCOM, è stata sviluppata da Sp Tech, startup associata allo studio legale Previti. Ci saranno però costi per la manutenzione e contributi a carico dei titolari dei diritti. Nessun ristoro è invece previsto per i provider (che rischiano una sanzione in caso di mancato o ritardato intervento).

Entro il 31 gennaio, circa 250 operatori di rete hanno ricevuto le credenziali di accesso alla piattaforma. I titolari dei diritti devono allegare obbligatoriamente alla segnalazione le prove documentali che il sito trasmetta contenuti pirata. Se non corretta entro 75 secondi, la segnalazione viene confermata e inviata agli ISP che devono oscurare il sito (identificato tramite indirizzo IP o nome di dominio univoco) entro i successivi 30 minuti.

In collaborazione con ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) è stato redatto un elenco di indirizzi IP che non devono essere mai bloccati (whitelist), ma non esiste una procedura rapida per sbloccare i siti oscurati per errore (ad esempio quelli ospitati su hosting condiviso).

Il problema principale è la velocità di intervento. Esistono molti piccoli provider che non hanno le risorse (tecniche ed economiche) per rispettare l’ordine di blocco entro 30 minuti. Google ha comunicato che effettuerà il delisting dei siti dai risultati delle ricerche. Anche i fornitori di VPN dovrebbero (teoricamente) oscurare i siti pirata, ma potrebbero sfruttare l’occasione per incrementare il numero di abbonati.

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Pubblicato il
1 feb 2024
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