Piracy Shield blocca i download da Google Drive

Piracy Shield blocca i download da Google Drive

Ieri sera è stato bloccato un dominio usato per il download dei file da Google Drive perché sarebbe stato utilizzato per lo streaming illegale.
Piracy Shield blocca i download da Google Drive
Ieri sera è stato bloccato un dominio usato per il download dei file da Google Drive perché sarebbe stato utilizzato per lo streaming illegale.

Era già successo poche settimane dopo l’attivazione della piattaforma Piracy Shield. Stavolta però il danno è decisamente maggiore. Alle 18:56 di ieri è stato caricato un ticket che ha portato al blocco di un dominio usato da Google Drive. Per diverse ore non era possibile scaricare file dal servizio di cloud storage. Con gli emendamenti recentemente approvati potrebbero aumentare i problemi.

Chi paga gli errori di Piracy Shield?

Le prime segnalazioni sono arrivate intorno alle 19:00 di ieri sera. Wired ha verificato tramite il servizio Piracy Shield Search che il ticket per bloccare l’accesso al dominio drive.usercontent.google.com è stato pubblicato sulla piattaforma alle 18:56. Si tratta del dominio usato da Google Drive per il download dei file, come si può leggere in questa pagina.

Milioni di persone usano il servizio di cloud storage. Fortunatamente l’errore si è verificato sabato sera, quindi i danni sono abbastanza limitati. Agli utenti che hanno provato a scaricare un file veniva mostrato questo avviso:

Avviso blocco Google Drive

Alcuni provider, tra cui TIM e Wind Tre, hanno rimosso il blocco dopo circa sei ore (ma sono stati segnalati problemi anche stamattina). Al momento non risulta nessuna dichiarazione ufficiale da Google Italia (che potrebbe presentare ricorso entro cinque giorni e chiedere un risarcimento danni).

Teoricamente i domini di Google dovrebbero essere inseriti in una whitelist, ma forse questa lista non è aggiornata. Giulia Pastorella, deputata di Azione, ha scritto su X che domani presenterà un’interrogazione parlamentare e chiederà la convocazione di AGCOM.

Gli emendamenti approvati all’inizio del mese potrebbero causare danni peggiori. Ora gli ISP sono obbligati a bloccare l’accesso ai siti che offrono “prevalentemente” contenuti pirata (l’avverbio precedente era “univocamente“). Inoltre, da febbraio 2025 verrà eliminato il limite al numero di blocchi. Dato che il blocco deve essere attuato entro 30 minuti dalla segnalazione e considerata la quantità enorme di richieste, la probabilità di bloccare siti legittimi è molto elevata.

Fonte: Wired
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Pubblicato il
20 ott 2024
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