L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha inflitto una multa ad Assoprovider per aver ostacolato l’attività di vigilanza in relazione alla piattaforma Piracy Shield. L’associazione che raggruppa piccoli e medi operatori non ha fornito l’elenco dei provider. A fine marzo, anche UNC (Unione Nazionale Consumatori) ha chiesto una maggiore trasparenza.
Scontro tra Assoprovider e AGCOM
Lo scontro tra Assoprovider e AGCOM è iniziato ad ottobre 2023, quando l’associazione ha cercato di bloccare l’applicazione della legge antipirateria in vigore dall’8 agosto e quindi l’uso di Piracy Shield. Il TAR del Lazio ha tuttavia respinto il ricorso.
AGCOM aveva chiesto l’elenco dei provider iscritti ad Assoprovider. L’associazione non ha soddisfatto la richiesta, in quanto i dati di identificazione di tutti gli operatori di rete e servizi di comunicazione sono già disponibili nel ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) gestito dalla stessa AGCOM. L’autorità ha quindi inflitto una multa ad Assoprovider (non è noto l’importo) per aver ostacolato l’attività di vigilanza.
L’associazione scrive che la sanzione è arrivata dopo il rifiuto di AGCOM di fornire la lista dei provvedimenti di inibizione, in quanto è stato bloccato l’accesso a diversi siti legittimi, tra cui quelli che usano la CDN di Cloudflare.
A fine marzo, anche Unione Nazionale Consumatori ha chiesto ad AGCOM una maggiore trasparenza. Come specificato sul sito dedicato, i gestori dei siti bloccati per errore possono presentare un reclamo entro 5 giorni dalla pubblicazione della lista dei blocchi effettuati. L’associazione evidenzia però che viene indicato solo il numero di blocchi per ogni giorno, non l’indirizzo IP bloccato, quindi viene ostacolato il diritto alla difesa.