Il Consiglio dell’Autorità per la Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha deciso di diffidare DAZN, in seguito al blocco di un dominio usato da Google Drive. La commissaria Elisa Giomi, che durante la riunione del 23 ottobre aveva chiesto la sospensione di Piracy Shield, ha spiegato in dettaglio su LinkedIn perché la piattaforma non funziona.
Piracy Shield: dubbi e problemi
Il post pubblicato dalla commissaria su LinkedIn è piuttosto chiaro. Piracy Shield doveva essere sospesa, a causa dei numerosi malfunzionamenti, l’ultimo dei quali ha impedito agli utenti di scaricare i file dal servizio di cloud storage più usato in Italia. La maggioranza del Consiglio AGCOM ha però respinto la proposta di Elisa Giomi.
Anche il commissario Antonello Giacomelli ritiene che la piattaforma deve essere chiusa temporaneamente e perfezionata, quindi due dei cinque membri del Consiglio hanno espresso un netto parere sul funzionamento di Piracy Shield. Gli altri sono Giacomo Lasorella (Presidente), Laura Aria e Massimiliano Capitanio.
La commissaria elenca nel post i cinque motivi per cui ha criticato lo sviluppo della piattaforma fin dall’inizio:
- ambiguità della donazione della piattaforma ad AGCOM da parte della Lega Calcio che è parte in causa essendo tra i pochissimi soggetti legittimati alle segnalazioni
- tempi davvero frettolosi con cui il Consiglio ne ha deliberato l’adozione
- totale mancanza di trasparenza nell’attribuzione delle consulenze esterne sulla bontà dell’iniziativa
- resistenza a fare una ricognizione di soluzioni alternative disponibili sul mercato
- rimedi incerti e tardivi con cui si è cercato vanamente di risolvere i continui problemi
Elisa Giomi evidenzia infine che l’attuale piattaforma non funziona come dovrebbe, ma provoca solo danni:
La lotta alla pirateria è cruciale e un margine di errore nella realizzazione di una piattaforma così, peraltro imposta ad AGCOM dalla legge, è da mettere in conto. Infatti non sono mancati gli alert da parte degli operatori. Ma Piracy Shield, per com’è oggi, non riesce nell’obiettivo e comporta rischi semplicemente non sostenibili per le aziende e per gli utenti.
La Lega Serie A potrebbe denunciare Google per inadempienza, in quanto non è iscritta alla piattaforma e non rimuove i link ai siti pirata dai risultati delle ricerche. Sono inoltre presenti sul Play Store molte app che permettono di vedere le partite gratuitamente. Una di esse è Live Football, già più volte segnalata durante la stagione 2023/24 e apparsa nuovamente con altri nomi.