Se RIAA e organizzazioni similari sono assolutamente convinte del fatto che la “pirateria digitale” (a mezzo P2P e non solo) sia la fonte di tutti i mali del mondo, l’altra metà del cielo multimediale, l’industria cinematografica, comincia a prendere posizione più sfumata sulla questione: il vero problema dell’intrattenimento sono i monopoli digitali.
A sostenere l’idea è Mike Lang, CEO della casa cinematografica entrata nella storia della settima arte per cult del calibro di Pulp Fiction di Tarantino, Clerks di Kevin Smith, Non è un Paese per Vecchi dei fratelli Coen. Lang teme molto di più la gigantesca fetta di mercato in mano a Apple piuttosto che il numero di download dei successi Miramax su BitTorrent o su altre reti di file sharing.
Il dirigente cita espressamente Cupertino come portatrice del dominio del mercato musicale nell’orizzonte digitale, un male che è cresciuto e si è stabilizzato a causa della scarsa presenza di competizione nell’allora nascente business della musica in bit legale venduta su iTunes Store.
La sfida che l’industria cinematografica statunitense ha davanti a sé è di quelle epocali, sostiene Lang, concretizzabile nel mantra sempre attuale dell’innovazione a tutti i costi pena la morte commerciale: “innova o muori”.
Per sopravvivere a questa fase di transizione, dice Lang, è indispensabile che gli studios diano agli utenti quello che gli utenti vogliono . In caso contrario gli appassionati di cinema e multimedia si prenderanno quello che vogliono senza tenere conto delle legittime esigenze di business dell’industria.
Per il CEO di Miramax il futuro è la distribuzione di contenuti in digitale su più di un canale – Netflix, Facebook o anche Google su Android, Google TV e YouTube – cosa che dovrebbe favorire la crescita e il successo di più servizi distributivi e quindi scongiurare la stabilizzazione di un devastante monopolio per il multimedia in movimento.
A parere di Lang, altrettanto fondamentale per il futuro degli studios è il successo di un’iniziativa come UltraViolet , discussa piattaforma di DRM universale in via di attivazione/distribuzione nel corso di questi mesi. Con UltraViolet gli utenti dovrebbero poter giovare della fruizione di contenuti legali su più dispositivi domestici, e la tecnologia ha il merito di sottrarre ai grandi distributori come Apple ulteriore potere decisionale sul business audiovisivo.
Alfonso Maruccia