È stata descritta come l’unica strada per crescere, al di là delle rosee previsioni pubblicate dagli analisti statunitensi per il futuro del mercato musicale ai tempi del digitale. Un’alleanza con i vari provider, una strategia comune ipotizzata dalla Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) per “sviluppare il mercato dei contenuti”.
Per “mettere ai margini le piattaforme abusive gestite da organizzazioni criminali all’estero”. Lo stesso presidente di FIMI Enzo Mazza è recentemente intervenuto nel corso dell’assise annuale dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), sottolineando come le nuove opportunità digitali possano favorire tutta la filiera nel mercato legale .
Stando ai numeri , download e streaming hanno garantito – si parla dei primi 9 mesi del 2011 – una crescita del 17 per cento nel fatturato . La quota di mercato si è assestata intorno al 23 per cento del totale, addirittura al 37 per cento per alcuni album di successo come l’ultimo dei Coldplay.
“Dobbiamo prendere spunto da quanto per esempio sta avvenendo negli Stati Uniti – ha spiegato Mazza – dove ISP e imprese discografiche stanno lavorando insieme per una campagna basata su una risposta graduata che contrasti l’illegalità”.
Nella visione del presidente di FIMI, bisognerebbe analizzare le parole con cui il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton ha tracciato per le autorità statunitensi il quadro dei diritti dei netizen: le esigenze di tutela della proprietà intellettuale in Rete non sarebbero incompatibili con le garanzie di libertà dei cittadini digitali .
Mazza ha dunque chiesto ai vari provider un’alleanza per combattere la pirateria online, alla ricerca di una precisa iniziativa comune . “I nostri partner oggi, da Apple con iTunes, a Google con YouTube, a Telecom con CuboMusica, sono la migliore risposta alla pirateria e i numeri lo dimostrano – ha spiegato il presidente di FIMI – ma allo stesso tempo vanno messe nell’angolo quelle imprese che ritengono di operare nell’illegalità”.
Mauro Vecchio