Una class action contro lo stato italiano per la mancata introduzione di un efficace strategia legislativa contro la pirateria audiovisiva , nelle bellicose intenzioni del produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis. Intervenuto nel corso di un simposio organizzato dall’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali (ANICA), l’imprenditore di origini romane ha puntato il dito contro lo scarso impegno finora mostrato dal legislatore tricolore nella lotta alla condivisione illecita su Internet.
“Il problema della pirateria è di quelli importanti – ha esordito De Laurentiis, invitato dal presidente di ANICA Riccardo Tozzi – Dico che dovremmo chiedere 12,5 miliardi di euro in modo da ottenerne almeno 2,5. È il totale che perdiamo ogni anno a causa della pirateria audiovisiva”. Erede di un impero di celluloide, De Laurentiis sta cercando il sostegno della stessa ANICA, insieme al ministero per i Beni Culturali, alla guida della class action contro lo stato tricolore .
Stando ai dati di mercato snocciolati nel corso del simposio di ANICA, il numero dei biglietti staccati nei cinema italiani è diminuito del 5 per cento dagli inizi del 2012 , in discesa costante negli ultimi due anni. Nella visione sbandierata da De Laurentiis, un problema causato principalmente dalle offerte illecite a disposizione degli utenti sulle reti di comunicazione elettronica.
Non è però chiaro come sia stato calcolato il totale delle perdite annue a causa della pirateria sul web.
Mauro Vecchio