Bruxelles – Tutti i reati contro la proprietà intellettuale sono nel calderone di una nuova proposta di direttiva adottata dalla Commissione Europea nelle scorse ore, un documento che di fatto propone un dispositivo penale europeo in materia di reati contro la proprietà intellettuale.
Nel comunicato con cui è stata annunciata la novità, si spiega la necessità di avvicinare le legislazioni in materia dei singoli paesi “al fine di lottare efficacemente contro gli atti di contraffazione e di pirateria, frequentemente commessi da organizzazioni criminali”.
Come noto le istituzioni europee, e quelle dei singoli paesi, da sempre ritengono la crescente diffusione di prodotti illegali, talvolta perfette copie degli originali, sia nel mondo fisico che in quello digitale, il frutto di un’attività malavitosa in espansione nonché un grave danno al sistema economico.
Secondo Franco Frattini, vicepresidente della Commissione e responsabile per giustizia, libertà e sicurezza, avvicinare il diritto penale dei diversi paesi in questo settore “costituisce una piattaforma minima per condurre insieme un’azione incisiva volta a eliminare tali attività che arrecano un grave pregiudizio all’economia”.
“Attualmente – afferma la Commissione – le organizzazioni criminali investono in attività di questo genere che sono spesso più lucrative di altri traffici e ancora poco represse. I contraffattori e i pirati danneggiano le imprese legittime e costituiscono una minaccia per l’innovazione. Inoltre, in molti casi le contraffazioni sono pericolose per la salute e la sicurezza pubblica”.
La proposta di direttiva considera illecito qualsiasi attacco deliberato al diritto di proprietà intellettuale commesso su scala commerciale, compresi il tentativo, la complicità e l’incitazione.
Nella proposta sono anche stabilite le sanzioni minime: quattro anni di detenzione, in caso di infrazione commessa nell’ambito di un’organizzazione criminale o allorché l’infrazione comporti un rischio per la salute o la sicurezza delle persone. L’ammenda comminata andrà da 100 000 a 300 000 euro, in caso di collegamento con un’organizzazione criminale e in caso di rischio per la salute o la sicurezza delle persone. Va da sé che i singoli stati membri potranno anche adottare sanzioni più pesanti.
Nel comunicato, la Commissione auspica che alla proposta di direttiva sia accompagnata anche una forte opera di informazione nei diversi paesi tale da condurre “a una maggiore consapevolezza dei partecipanti alla lotta contro la contraffazione e la pirateria, nonché della popolazione in generale”.
A proposito dell’iniziativa della Commissione, il presidente FIMI , Enzo Mazza ha dichiarato “Siamo molto contenti in particolare se si pensa alla portata di queste proposte per la realtà italiana, che vede il 25% del mercato della musica in mano al crimine organizzato”.