Le recenti strette contro la pirateria online e il pezzotto applicate dall’Italia e, di seguito, anche dall’Unione Europea hanno evidenziato un problema non indifferente del Belpaese: la tendenza ad accedere illegalmente a una miriade di contenuti multimediali disponibili online. Le ultime rilevazioni dell’Euipo confermano la diffusione di tale pratica su tutta la penisola, in un fenomeno che coinvolge molti più cittadini italiani che del resto dell’Europa.
La pirateria online spopola in Italia
Come ripreso dal Corriere Comunicazioni, sebbene nel nostro paese stia crescendo la consapevolezza dei rischi e dei danni correlati alla pirateria, l’11% conferma nelle interviste di avere acquistato intenzionalmente prodotti contraffatti negli ultimi mesi; tra i 15 e i 24 anni, invece, il dato sale del 26%, il doppio della media europea. Per il 43% degli intervistati il motivo principale che porta alla decisione di accedere illegalmente a prodotti contraffatti o contenuti multimediali è il prezzo eccessivo dei servizi originali.
Scendendo nel dettaglio, il 65% delle persone ritiene accettabile ricorrere alla pirateria se in un abbonamento da loro sottoscritto non risultano disponibili certi contenuti, in particolar modo gli eventi sportivi. Al contempo, però, un numero non indifferente di cittadini ritiene che il rischio di esperienze negative (scarsa qualità, rischi per la sicurezza e sanzioni) sia un buon deterrente al fine di evitare l’accesso a tali soluzioni.
In definitiva, in Europa l’80% dichiara di preferire il ricorso a fonti legali, usando servizi a pagamento per accedere, scaricare o riprodurre in streaming. Ancora, l’87% degli italiani crede che le alternative gratuite o contraffatte siano il risultato delle attività di organizzazioni criminali.
Christian Archambeau, direttore esecutivo dell’Euipo, ha dichiarato che solo comprendendo la percezione dei cittadini si può instaurare un dialogo tra consumatori e fornitori. I recenti dati dimostrano che la consapevolezza dell’esistenza di fonti legali sta migliorando, ma c’è ancora parecchia strada da percorrere.