Da alcuni giorni è iniziato uno scontro verbale tra la Lega Serie A e Asstel. L’argomento al centro delle discussioni è la pirateria, ovvero la visione delle partite senza pagare l’abbonamento a DAZN, Sky o TIMVISION. Oggi è arrivata anche una lettera firmata da cinque operatori di telecomunicazioni che rispondono alle accuse dell’amministratore delegato Luigi De Siervo.
Pirateria: accuse e risposte
Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Luigi De Siervo ha sottolineato che la serie A perde circa un miliardo di euro ogni tre anni per colpa della pirateria. Secondo l’amministratore delegato, le telco hanno avuto un atteggiamento omissivo nei confronti del fenomeno.
Questo comportamento sarebbe dovuto ad un interesse diretto, in quanto le telco hanno beneficiato degli alti volumi di traffico generati durante la visione in streaming delle partite. Massimo Sarmi, Presidente di Asstel, ha respinto le accuse, affermando che gli operatori bloccano da oltre 10 anni la trasmissione illecita dei contenuti, senza nessun rimborso dei costi. In ogni caso, la pirateria ha un peso minimo sull’incremento del traffico.
Vodafone, Fastweb, Wind Tre, TIM e Iliad hanno risposto alle accuse con una lettera congiunta inviata al quotidiano La Repubblica:
Gentile direttore,
l’Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, lo scorso 16 febbraio dalle colonne di Repubblica ha rivolto una grave accusa agli operatori di telecomunicazioni. Ha sostenuto che gli operatori non contrastano la pirateria perché avrebbero un beneficio dal traffico di contenuti diffusi illegalmente. Si tratta di un’accusa palesemente infondata. Chiunque può constatare che gli abbonamenti per l’accesso a internet delle utenze residenziali sono flat: in altre parole, gli utenti pagano una tariffa fissa, indipendentemente dal traffico. Per la fruizione di contenuti attraverso la rete cellulare, le tariffe consentono traffico dati per alcune decine se non centinaia di Gigabyte e molti utenti dispongono di traffico illimitato come sulla rete fissa.Il traffico di contenuti legittimi o piratati non comporta aggravio di spesa per il consumatore né alcun beneficio agli operatori. Quindi non avremmo alcun motivo di adottare “l’atteggiamento omissivo” di cui ci accusa la Lega di Serie A. Al contrario, l’incremento di traffico dovuto dall’immissione in rete di contenuti live comporta un continuo impegno a investire sulle infrastrutture per dare agli utenti il miglior servizio possibile. Come ricordato da Asstel – Assotelecomunicazioni nel comunicato di risposta a De Siervo, dal 2017 a oggi gli operatori di telecomunicazioni hanno realizzato investimenti superiori a 7 miliardi di euro per anno.
Noi siamo sempre stati contro la pirateria e oggi sosteniamo qualsiasi azione contro la violazione dei diritti sui contenuti immessi in rete. In questi giorni si dibatte di proposte legislative in grado di affrontare compiutamente questo problema, senza gravare economicamente su un servizio, quello di accesso a Internet, sul quale già investiamo ingenti somme.
Anziché lanciare accuse infondate e gravi, quindi, il sistema calcio dovrebbe confrontarsi con la filiera di distribuzione dei contenuti, con le autorità regolatorie e il legislatore per contribuire all’adozione di strumenti adeguati.