Nuova importante iniziativa di contrasto alla pirateria firmata dalla Guardia di Finanza: le Fiamme Gialle hanno infatti notificato l’attuazione del decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Teramo per un sito internet utilizzato per la visione di tv a pagamento. Sotto sequestro anche 11 carte Postepay utilizzate per l’attuazione della vendita illecita dei contenuti.
65 mila clienti, giro d’affari da 1 milione di euro
Le perquisizioni sono state portate avanti in ben 32 province italiane (nominalmente il 40% del territorio nazionale) con perquisizioni di 71 persone e 2 ricevitorie:
Le indagini sono state avviate all’inizio del 2019 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Venezia che, a seguito del monitoraggio del web, ha individuato un sito internet che, previa registrazione e contestuale versamento di una somma di denaro su apposite carte Postepay, consentiva a utenti privati di fruire indebitamente di abbonamenti alle principali TV e piattaforme a pagamento (SKY, DAZN, MEDIASET, INFINITY, SPOTIFY) per la visione di circa 50.000 contenuti di intrattenimento multimediale di vario tipo (cinema, eventi sportivi, serie TV ed altro).
La Guardia di Finanzia spiega che la frode veniva portata avanti su tre differenti livelli:
- 22 tecnici che decriptavano il segnale per poi redistribuirlo;
- 48 rivenditori, incaricati di ritrasmettere in streaming i contenuti ai clienti;
- 65 mila clienti finali che pagavano 10 euro al mese per godere dei contenuti in modo illecito.
Il giro d’affari era pari a 1 milione di euro all’anno. Commenta Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV:
L’attività condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, a cui va il nostro più sentito ringraziamento, riveste una particolare importanza poiché va a contrastare una delle principali e più dannose forme della pirateria audiovisiva, ossia le IPTV illegali. Nello studio FAPAV/Ipsos, che abbiamo recentemente pubblicato, è stato evidenziato come la pirateria audiovisiva sia un fenomeno tutt’altro che da sottovalutare, con un’incidenza del 37% tra la popolazione adulta. Le IPTV illegali, in modo particolare, rappresentano una delle modalità di fruizione illecita più in crescita: la sua incidenza a fine 2019 è del 10%, circa un quarto del totale dei pirati. Sempre secondo quanto rilevato dallo studio, durante il lockdown si è verificato un ulteriore ampliamento della platea di fruitori delle IPTV illegali, quasi duplicata rispetto al 2019. Tutto ciò si traduce in un danno per l’economia italiana quantificabile in un miliardo e cento milioni di euro, con un impatto sul PIL di quasi 500 milioni a cui si aggiungono circa 200 milioni di euro in termini di mancati introiti per lo Stato. Da ultimo, ma non certo meno importante, c’è il dato sull’occupazione, con circa 5.900 posti di lavoro a rischio a causa del fenomeno. Siamo lieti di aver fornito il nostro supporto tecnico e rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare con le Autorità competenti, che ringraziamo per il lavoro portato avanti a tutela del comparto audiovisivo nonostante le limitazioni imposte dal lockdown. Non possiamo certamente abbassare la guardia in un momento così cruciale per l’industria audiovisiva ora nella fase di piena ripartenza dopo i mesi difficili e gli effetti scaturiti dall’emergenza sanitaria