Il giudice distrettuale dell’Oregon Stacie Beckerman ha respinto le accuse dei produttori di Mr Cobbler e la bottega magica , film del 2014 con protagonista Adam Sandler scaricato da un indirizzo IP riconducibile a tale Thomas Gonzales. Ma un indirizzo di rete non rappresenta una prova concreta del fatto che l’accusato abbia scaricato e condiviso il film su BitTorrent, ha stabilito il giudice Beckerman.
Gonzales è infatti gestore di una comunità che accoglie adulti, e per quanto riguarda l’atto di “pirateria” in oggetto non era certo l’unico presente nell’edificio a cui corrisponde l’indirizzo IP individuato dalla casa di produzione. Al giudice non è stato quindi presentato alcun collegamento diretto tra l’uomo e la condivisione pirata.
Né l’IP dell’abbonamento a Internet né la mancata risposta a una notifica di infrazione di copyright inviata al presunto pirata rappresentano materiale sufficiente per aprire un caso, ha sentenziato il giudice Beckerman, perché Gonzales è solo uno dei tanti potenziali sospetti e non il responsabile certo della condivisione non autorizzata.
La dismissione di un caso di infrazione del copyright per incertezza delle prove è un fatto relativamente raro nel panorama giudiziario statunitense, ma non è la prima volta che una corte rifiuta un indirizzo IP come unica prova per imbastire un processo.
All’uscita nei cinema, Mr. Cobbler è risultato essere un fallimento su tutti i fronti e i produttori sembrano da tempo essersi concentrati sulle rivendicazioni nei confronti degli utenti delle soluzioni di file sharing nel tentativo di racimolare qualche briciola di guadagno.
Alfonso Maruccia