Milano – BSA, che raggruppa i maggiori produttori di software proprietario, ha reso noti i dettagli delle azioni effettuate nel corso del 2004 contro l’utilizzo di software commerciale illegale nella regione EMEA (Europa, Middle East e Africa). Tra le principali tendenze rilevate, BSA ha calcolato in quasi 4 milioni di euro l’ammontare delle sanzioni comminate alle aziende dell’area EMEA per casi di pirateria software, quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente.
Secondo la Business Software Alliance , le realtà maggiormente dedite alla pirateria sono state le piccole e medie aziende operanti nei settori della creatività, dell’alta tecnologia e dei servizi professionali. “Mentre alcune aziende sono incorse in un’inadeguata gestione delle risorse software – afferma l’Alliance – altre che avevano condotto azioni di auditing software non hanno intrapreso i passi appropriati per sanare le situazioni illegali riscontrate”.
I danni – spiega BSA – sono stati valutati sulla base dei livelli di infrazione e sulla volontà delle aziende di risolvere i problemi di conformità comminando sanzioni da 10.000 a quasi 300.000 euro, cifra che, ad esempio, ha dovuto pagare uno studio di architettura, a fronte di un esteso utilizzo di software illegale.
“Sebbene molte aziende riconoscano il valore del software come risorsa essenziale per il business, gestendolo di conseguenza, è spiacevole constatare come le aziende dei settori creativi, dell’IT e dei servizi siano tra i peggiori trasgressori – ha dichiarato Beth Scott, vicepresidente EMEA di BSA – E pensare che, paradossalmente, sono proprio queste aziende a fare affidamento sulla creatività e sullo sfruttamento dei relativi diritti. Un tasso di pirateria del 41% e perdite per circa 9,5 miliardi di euro subite dai produttori di software dimostrano come il settore abbia un’assoluta esigenza di proteggere la proprietà intellettuale”.
Nel 2004, secondo la BSA, le Autorità competenti hanno autorizzato 1.372 perquisizioni di aziende sospettate di utilizzo illegale di software, e la stessa BSA ha promosso ulteriori 1.203 azioni legali contro aziende che non hanno rispettato le norme sul copyright nell’area EMEA. “Anche BSA Italia – si legge in una nota – ha ricevuto sul proprio sito web centinaia di segnalazioni relative all’utilizzo illegale di software, ha condotto numerose azioni in sede civile contro aziende, studi professionali e altri enti”.
BSA fa poi riferimento nella sua nota all’operazione Corsaro II appena conclusa dalla Guardia di Finanza , probabilmente la più massiccia nel nostro paese: nel corso di oltre 500 accertamenti sono stati sequestrati più di 9.000 software irregolari, 883 PC e segnalati all’autorità giudiziaria 267 responsabili d’azienda. “Nel 45% delle aziende controllate – afferma BSA – sono stati riscontrati comportamenti illeciti nella gestione del software, un valore in linea con le medie riscontrate da BSA nel resto della regione EMEA”.
“Le azioni deterrenti, unitamente a campagne di sensibilizzazione e a una migliore legislazione – ha concluso Scott – aiuteranno questa regione a capitalizzare i vantaggi che potrebbero emergere da una riduzione del tasso di pirateria software: oltre 250.000 potenziali nuovi posti di lavoro e più di 18 miliardi di euro in ulteriore gettito fiscale”. Una visione che ricalca quanto delineato nell’ IDC Economic Impact of Piracy Study dell’aprile 2003.