Pirati della Rete, ai confini della legge

Pirati della Rete, ai confini della legge

Fuoco incrociato sul downloading non autorizzato. L'industria dell'intrattenimento preme sul governo britannico per l'adozione dei three strikes. Un ministro parla di disconnessioni, un altro dice sì, ma mai senza un processo
Fuoco incrociato sul downloading non autorizzato. L'industria dell'intrattenimento preme sul governo britannico per l'adozione dei three strikes. Un ministro parla di disconnessioni, un altro dice sì, ma mai senza un processo

I focosi punti di vista si accavallano, come a formare un’ondata che si è abbattuta sul Regno Unito. Un fuoco incrociato su quelli che vengono definiti pirati della Rete, con l’industria dell’intrattenimento pronta a far calare la scure sul download non autorizzato, guidata dall’arcinoto boia chiamato dottrina Sarkozy . Un primo cannone è stato puntato dalla terra del Sol Levante, ben caricato da Bob Pisano, presidente di MPAA, che è intervenuto durante l’ Asian Intellectual Property Symposium di Tokyo per ricordare con urgenza le serie conseguenze del file sharing.

Pisano, parlando a ruota libera ad una platea formata da autorità e rappresentanti dell’industria, si è calorosamente complimentato con i passi da gigante compiuti dal Giappone in ambito tecnologico, chiedendo al governo di fare altrettanto per regolare ufficialmente lo sharing su Internet. In particolare, ha sottolineato il capo di MPAA, i provider nipponici dovrebbero, come già rimarcato in passato, prendere seriamente in considerazione lo schema già adottato da alcune nazioni del mondo, quello basato sui cosiddetti three strikes .

Perché gli ISP dovrebbero accettare? La risposta l’ha fornita prontamente Pisano: “È una questione di buon senso. Qui non si parla di un provider che faccia da poliziotto della Rete, ma di un interesse reale del provider stesso affinché si esauriscano le attività illegali tramite i propri network”. Il capo di MPAA ha poi suggerito che potrebbe risultare più efficace un rallentamento del traffico per chi scarica , una sorta di strozzatura, rispetto ad una netta disconnessione. Un downloader non riuscirebbe più ad ottenere un film di grandi dimensioni nei tempi attuali.

Un secondo cannone l’ha piazzato Vivendi, società francese proprietaria di Universal Music, questa volta all’interno dello stesso territorio britannico, precisamente presso la conferenza Creativity & Business International Network . Qui ha parlato il chief executive di Vivendi, Jean-Bernard Levy, che ha ricordato al governo britannico quanto sia necessario adottare la politica dei three strikes per spazzar via i pirati più ostici ancora operanti tra i marosi del web.

È un passo necessario da compiere per proteggere i fornitori di contenuti, ha spiegato Levy, perché il Regno Unito deve permettere ai suoi media di svilupparsi sereni. E non ci sarà nessun pericolo per il traffico di Internet, stando alle sue parole, perché non si osserverà nessuna riduzione, almeno del traffico legale. “Gli ISP dovrebbero essere favorevoli a questa legislazione, dal momento che buona parte degli investimenti fatti per aumentare la capacità di banda vengono alla fine succhiati dagli utenti che violano la legge”.

Il terzo cannone, poi. Ha preso la mira anche Michael Lynton, CEO di Sony Pictures, preoccupato in modo particolare per il fenomeno dei camcorder . This Is It , nuovo film su Michael Jackson, è in uscita contemporanea in tutto il mondo, ma cosa sarebbe successo se fosse uscito prima negli Stati Uniti? Lynton ne è sicuro : sarebbe stato ripreso illegalmente e condiviso online. “Sfortunatamente, l’uscita simultanea non risolve il problema della pirateria – ha scritto il CEO di Sony in uno spazio offertogli dal Times – e molti film indipendenti non riescono a permettersi questo tipo di distribuzione”.

È apparso particolarmente preoccupato per la stessa produzione cinematografica, Levy. Lo scorso anno gli studios di Hollywood hanno realizzato 162 film, 40 in meno rispetto al 2006 , il numero più basso mai osservato dall’industria in un decennio. Dati dell’ Oxford Economics , ricorda Levy, hanno rivelato che la lotta alla pirateria potrebbe far spendere al governo britannico oltre 600 milioni di sterline.

Una minaccia seria alla creatività degli autori, dunque, come sottolineato dal ministro britannico per il Business e l’Innovazione Lord Mandelson, che ha presentato un piano dettagliato d’azione per sospendere temporaneamente gli account Internet , bloccare l’accesso ai siti legati al downloading e rallentare il traffico per contenere le attività illegali. Una serie di avvisi scritti, in pratica, prima di passare allo strozzamento della connessione e, estrema risorsa, alla disconnessione per un breve periodo di tempo.

Non troppo felici della notizia, il corpo di polizia britannico e i servizi segreti dell’MI5 e MI6, che hanno dimostrato una certa preoccupazione in seguito alle proposte di Lord Mandelson. Il governo avrebbe incluso la disconnessione nella lista delle misure tecniche da ipotizzare senza calcolare quelli che potrebbero essere gli effetti diretti sul lavoro di polizia . I servizi segreti hanno cioè paventato la possibilità che i criminali del web rendano le loro attività molto più complicate, andando a manomettere il traffico per sfuggire al controllo da parte dei detentori dei diritti.

La situazione non è comunque delle più cristalline: mentre il Pacchetto Telecom è ancora in fase di discussione, il ministro per la Cultura britannico Ben Bradshaw ha chiarito ai membri del Parlamento che nessuna disconnessione potrà mai essere completata senza il coinvolgimento dell’autorità giudiziaria . “Non potrebbe mai avvenire soltanto sulla base di un’accusa – ha spiegato Bradshaw – Ci sarebbe sempre bisogno dell’ordine di un giudice per una misura del genere”. La sospensione, in pratica, sarebbe l’ultima spiaggia dopo una serie ripetuta di violazioni, comunque soggetta ad un regolare processo.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 ott 2009
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