In un momento che vede moltiplicarsi il numero dei sensori fotografici sul retro degli smartphone, Google rimane fedele alla formula sperimentata con successo lo scorso anno e sceglie di integrare nuovamente un solo modulo sul retro dei suoi nuovi top di gamma (frontalmente invece sono due). Pixel 3 e Pixel 3 XL sono dotati di una sola fotocamera posteriore, facendo leva su intelligenza artificiale e funzionalità software per gestire le fasi di acquisizione e post-produzione degli scatti.
Pixel 3 XL: la fotocamera
Abbiamo tra le mani un Pixel 3 XL da alcuni giorni e stiamo iniziando a conoscere un dispositivo che pur non stravolgendo quanto proposto dal suo predecessore va a migliorarne alcuni punti chiave. Arriverà sul mercato italiano tra poco più di due settimane (il 2 novembre). In attesa di pubblicare test più approfonditi, diamo un rapido sguardo a quelle che sono le sua potenzialità in fatto di imaging, passando in rassegna alcune (solo alcune) delle tante caratteristiche offerte per quanto riguarda un aspetto che assume sempre più importanza nel territorio mobile.
Partiamo con un tronco immortalato in un grigio mattino di metà ottobre in una non meglio precisata località quasi nebbiosa della pianura padana.
Uno scatto senza alcuna pretesa se non quella di mostrare quanto può spingersi lo zoom offerto dalla fotocamera di Pixel 3 e Pixel 3 XL. Per attivarlo è sufficiente premere l’icona a forma di lente d’ingrandimento posizionata in un angolo nell’interfaccia dell’app e regolare il livello di ingrandimento. Di seguito l’immagine ottenuta rimanendo alla stessa distanza, ma con il massimo grado di zoom.
Un buon risultato se si guarda poi l’immagine sul display dello smartphone o se lo scopo è quella di condividerla a risoluzione relativamente bassa sulle bacheche dei social, ma volendo effettuare un crop per osservare i dettagli con ingrandimento 1:1 emerge l’effetto dell’interpolazione che si traduce inevitabilmente in un decadimento della qualità.
In un ambiente indoor abbiamo invece messo alla prova la feature HDR+ sulla quale Google punta molto per offrire la possibilità di ottenere scatti con un buon rapporto tra luci e ombre, anche nelle condizioni di illuminazione più complicate. A tal proposito confermiamo le buone impressioni avute già lo scorso anno con i Pixel 2. Torneremo sul campo per mettere alla prova la caratteristica Night Shot che promette performance elevate anche in notturna.
Vale la pena citare inoltre il supporto al formato RAW che finalmente permette di salvare ed elaborare il file grezzo acquisito dal sensore, intervenendo con una maggiore liberà in fase di post-produzione, affidandosi alle applicazioni mobile oppure elaborandolo con un software dedicato (Lightroom, Camera Raw ecc). I Pixel di terza generazione hanno la possibilità di salvare sia il RAW sia il JPEG compresso, con upload illimitato sui server di Google Foto: questo il DNG che conserva tutte le informazioni dell’immagine.
Qui sotto invece il risultato della compressione che genera il file JPEG.
Un altro scatto in ambiente indoor, ovviamente a mano libera, senza mosso nonostante l’illuminazione non certo ottimale.
Tra le altre caratteristiche che andremo ad approfondire una modalità Ritratto ulteriormente evoluta, con la possibilità di intervenire in un secondo momento su punto di messa a fuoco ed effetto bokeh, sempre sfruttando l’azione degli algoritmi. Ci sarà tempo, per il momento ecco quanto abbiamo ottenuto con l’aiuto di un collaboratore speciale.