L’arrivo della nuova famiglia Pixel 7 sta per portare sul mercato italiano una nuova generazione di smartphone che, mai come in questa occasione, scommette sulla sicurezza come elemento centrale in grado di definire l’intero progetto. Quel che Google ha messo in piedi con i Pixel 7, infatti, è un concept nel quale la sicurezza è elemento integrato e nativo, alla base dell’idea stessa che porta a questa nuova generazione. Mountain View spiega che il lavoro di ingegnerizzazione e certificazione è durato oltre tre anni, dunque quel che è stato partorito con questo nuovo annuncio è qualcosa sul quale l’azienda ha scommesso forte e con grande decisione.
I motivi emergono specifica dopo specifica, dettaglio dopo dettaglio.
Pixel 7: sicurezza al centro
I motivi sono chiari: l’esigenza di smartphone più sicuri nasce dalla crescente centralità di tali dispositivi nella vita e nel lavoro di tutti i giorni; le crescenti protezioni normative in termini di tutela della privacy, inoltre, alzano quotidianamente l’asticella ed i requisiti richiesti sono sempre più stringenti; la trasparenza, soprattutto, viene richiesta per manifestare la buona fede delle aziende che gestiscono dispositivi e reti, affinché l’utente possa avere pieno controllo e massima protezione.
Vale dunque la pena guardare al Pixel 7 (e Pixel 7 Pro) non soltanto come smartphone resistenti, performanti, con fotocamera migliorativa e grandi qualità nell’esperienza d’uso: il Pixel 7 mette in campo qualcosa di ulteriore che un utente consapevole e maturo ha oggigiorno il dovere di apprezzare.
Ruota tutto attorno a Tensor G2 ed al chip Titan M2, elementi sui quali Google ha dato forma ad un dispositivo che, “by design”, protegge i dati e mette a punto una difesa integrata decisamente superiore a quanto posto in essere prima d’ora:
Grazie a Google Tensor G2 e al nostro chip di sicurezza personalizzato Titan M2, i Pixel 7 e Pixel 7 Pro sono dotati di più livelli di sicurezza hardware per proteggere voi e le vostre informazioni personali. Il nostro approccio alla sicurezza è completo e end-to-end, con protezioni verificabili a ogni livello: rete, applicazione, sistema operativo e livelli multipli sul silicio stesso. Se utilizzate Pixel per la vostra attività, questo approccio aiuta a proteggere anche i vostri dati aziendali.
Spiega inoltre il gruppo:
Il nucleo di sicurezza integrato di Tensor funziona con il nostro chip di sicurezza Titan M2 per mantenere al sicuro le informazioni personali, i PIN e le password. I chip della famiglia Titan sono utilizzati anche per proteggere i data center di Google Cloud e i Chromebook, quindi lo stesso hardware che protegge i server di Google protegge anche le informazioni sensibili memorizzate sul Pixel.
Sicurezza certificata
Ma non c’è sicurezza apprezzabile se non può palesare certificazioni in grado di rendere sicuro e trasparente l’intero processo: i Common Criteria PP0084 sono etichetta di garanzia per l’hardware Titan M2 ed i lavori hanno inoltre cercato anche in Europa (precisazione non certo casuale, essendo il Vecchio Continente quello con le normative più stringenti e la maggior sensibilità sul tema) il placet necessario:
Per ottenere la certificazione siamo stati sottoposti a rigorosi test di laboratorio di terze parti da parte di SGS Brightsight, un laboratorio di sicurezza leader a livello internazionale, e abbiamo ricevuto la certificazione CC PP0084 con AVA_VAN.5 per l’hardware e la libreria di crittografia di Titan M2 dal Netherlands scheme for Certification in the Area of IT Security (NSCIB). Di tutti questi numeri e acronimi, la parte di cui siamo più orgogliosi è che l’hardware Titan ha superato il più alto livello di valutazione della vulnerabilità (AVA_VAN.5) – la misura più vera della resilienza agli attacchi avanzati e metodici.
Privacy by design
Il concetto di “Privato by design” viene declinato sui Pixel 7 attraverso un approccio allineato su tre direttrici:
- Ridurre al minimo l’impronta dei dati, riducendo la quantità di dati personali identificabili.
- De-identificazione dei dati, con una serie di tecniche di anonimizzazione, in modo che non siano collegati a voi
- Limitare l’accesso ai dati utilizzando tecnologie come la crittografia end-to-end e le enclavi sicure.
Il “Protected Computing” già presentato in occasione dell’I/O 2022 prevede ad esempio che tutte le informazioni sensibili di tipo “ambientale” restino sul device attraverso elaborazioni locali, senza coinvolgere server remoti: il riferimento è ad esempio a funzioni quali Now Playing, Live Caption e Smart Reply, che attraverso l’IA possono essere gestite direttamente sullo smartphone assicurando massimo controllo. Tensor G2 diventa dunque garanzia di privacy grazie alle proprie capacità di elaborazione, poiché consente di operare una disamina locale delle informazioni senza che i datacenter di Google ricevano informazioni che potrebbero uscire dal controllo dell’utente.
Altro passo in avanti è rappresentato dall’Android Virtualization Framework, sistema pensato per fornire “ambienti di esecuzione sicuri e privati per l’esecuzione del codice”. Secondo Google, AVF potrà consentire aggiornamenti più sicuri e rapidi, agendo inoltre sulla base di un minor quantitativo di codice rispetto al passato e pertanto con minori possibilità di violazioni, bug e fragilità congenite.
A tutto ciò si aggiunge una VPN gratuita inclusa, un modo per estendere la sicurezza del device anche al suo accesso alla rete. Protezione extra durante la navigazione, insomma, per rendere segreti i dati dentro e fuori lo smartphone. Tramite la funzione “Security & Privacy”, infine, si operano controlli sulla sicurezza per assicurare ancora una volta massima consapevolezza da parte dell’utente circa le informazioni fornite e le app gestite:
Grazie alle Impostazioni rapide, è possibile intervenire sui problemi di sicurezza non appena si presentano, oppure controllare quali app sono in esecuzione in background e interromperle facilmente. Avrete un’unica destinazione per rivedere le vostre impostazioni di sicurezza e privacy, i livelli di rischio e le informazioni, rendendo più facile la gestione del vostro stato di sicurezza. […] Con questa nuova esperienza, è possibile rivedere i passi da compiere per migliorare il proprio stato di sicurezza, come la revoca di un’autorizzazione o di un’app. Questa pagina conterrà anche nuove schede di azione per notificare eventuali rischi per la sicurezza e fornire raccomandazioni tempestive su come migliorare la propria privacy. Inoltre, con un solo tocco, è possibile concedere o rimuovere le autorizzazioni ai dati che non si desidera condividere con le app compatibili. Questa funzione arriverà prima sui dispositivi Pixel nel corso dell’anno e subito dopo su altri telefoni Android.
Un più alto concetto di smartphone
Un sistema di controllo a livello hardware, certificazioni che qualificano le specifiche di sicurezza, una VPN che garantisce le comunicazioni, un processo di controllo che verifica app e autorizzazioni e molto altro ancora: è chiaro come il Pixel 7 nasca sotto una buona stella fatta di attenzione e consapevolezza, per elevare il concetto di “smartphone” ad un nuovo livello. Lo smartphone è la concretizzazione di una visione olistica del concetto di sicurezza, insomma, elemento terminale di una filosofia che Google intende incarnare all’interno di questa nuova generazione di Pixel.
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La linea Pixel è nata del resto, fin dal primo giorno, proprio con questo obiettivo, fungendo da lepre per l’intero ecosistema Android per fissare nuovi paradigmi e alzare l’asticella. La nuova generazione, sicura by design, ha dunque una vocazione chiara in mente. Performance migliori, display QHD+, resistenza IP68 e fotografie sempre più perfezionate, certo, ma il messaggio è chiaro: lo smartphone è anche molto di più di questo. Molto di questo valore ruota attorno a Tensor G2, la cui ingegnerizzazione nasce quindi con una finalità di grande ambizione: creare un concetto più elevato di smartphone, sotto ogni punto di vista.