La Raspberry Pi Foundation ha realizzato una distribuzione Linux per sistemi x86 < (PC e Mac) che ha come desktop enviroment PIXEL (Pi Improved Xwindows Environment, Lightweight) basato sul progetto LXDE (Lightweight X11 Desktop Environment) .
PIXEL è stato lanciato a fine settembre 2016 ed è un ambiente grafico ottimizzato per funzionare al meglio sulle diverse versioni di Raspberry Pi, ossia su sistemi embedded basati su processore ARM.
Secondo il fondatore della Raspberry Pi Foundation Eben Upton “PIXEL costituisce la nostra ipotesi migliore di quello che la maggioranza degli utenti ricerca in un ambiente desktop, ossia: un’interfaccia utente pulita e moderna, una curata suite di software di produttività e strumenti di programmazione, sia free che proprietari”.
Nell’annuncio viene descritta anche quella che è la visione della Fondazione: “realizzare un computer desktop con tutte le funzionalità al costo prefissato di 35 dollari” in modo da dare la possibilità a chiunque di avere un computer sul quale poter programmare.
Gli investimenti quindi si sono divisi tra: hardware culminato nell’attuale Raspberry Pi 3 ; software per adattare sistemi operativi (Linux e Windows), in modo che funzionino sull’architettura ARM, molto differente da quella x86, oltre che ottimizzare l’ambiente grafico in modo da renderlo adatto all’hardware su cui dovrà funzionare e di cui PIXEL rappresenta un importante traguardo.
Il fatto che ogni distribuzione per Raspberry Pi debba supportare la retrocompatibilità ha comportato che l’ottimizzazione dell’ambiente grafico si dovesse adattare anche alle prime versioni che avevano a disposizione 512 MByte di RAM e un processore a 32bit con un solo core .
Poiché l’ambiente grafico generato è apparso ben riuscito e poiché era già ottimizzato anche per sistemi che risulterebbero ormai datati, si è pensato che sarebbe stata una buona idea esportare l’ambiente grafico PIXEL in modo da poter essere sfruttato anche su sistemi x86.
Tale scelta potrebbe da un lato permettere a chi è abituato ad utilizzare l’ambiente Raspberry Pi di avere un ambiente familiare sempre a disposizione; dall’altro consentire il recupero di vecchi computer, come si possono trovare spesso nelle scuole, considerati obsoleti poiché non in grado di funzionare con ambienti grafici recenti che utilizzano sempre più risorse.
La distro è basata su Debian 8 (Jessie) a 32-bit con incluso PIXEL, occupa 1,3 GByte e può essere usata come una qualsiasi altra distribuzione Linux sia installandola che usandola “live” da pennetta USB.
Per creare la pennetta USB avviabile con al suo interno la distro live, viene consigliato di usare Etcher software multipiattaforma e disponibile nelle versioni a 64 bit (Linux, Mac, WIndows) e 32 bit (Linux, Windows).
Una volta lanciata la distro live si avrà subito a disposizione un sistema abbastanza completo con già presenti il browser Chromium , l’intera suite Libre Office oltre alle classiche utility di uso comune e quotidiano come un gestore di archivi, un lettore di PDF o una calcolatrice.
Molto completa risulta la sezione “Programmazione” che mette a disposizione strumenti per diversi linguaggi di programmazione che vanno dagli IDE BlueJ e Greenfoot per il linguaggio JAVA a quelli per Python 2 e Python 3 o come Geany , in grado di supportare diversi linguaggi .
Rispetto alla versione per Raspeberry Pi non sono presenti ne Minecraft né Wolfram Mathematica poiché la Fondazione non ha i diritti per poterli rendere disponibili se non sul proprio hardware.
Testata in live su una Virtual Machine impostata con processore mono core e 512 MByte di RAM il sistema è sembrato molto fluido e usabile è parso soffrire un po’ durante la riproduzione di video su YouTube.
Luca Algieri