Il Parlamento europeo ha approvato la Platform Work Directive con 554 voti favorevoli, 56 voti contrari e 24 astensioni. L’obiettivo principale delle nuova direttiva è garantire ai lavoratori delle piattaforme digitali la classificazione corretta della posizione di lavoro. Sono previste inoltre regole per la gestione tramite algoritmi e una maggiore protezione dei dati.
Novità principali della direttiva
Il testo approvato dal Parlamento europeo è quello concordato con il Consiglio a febbraio e confermato a marzo, quindi piuttosto diverso dalla proposta della Commissione e probabilmente meno efficace.
Lo status lavorativo non viene più determinato in base a specifici criteri, ma saranno i singoli Stati membri a stabilire una presunzione di rapporto di lavoro subordinato (rispetto al lavoro autonomo), quando sono presenti fatti che indicano il controllo e la direzione, conformemente al diritto nazionale e ai contratti collettivi, e tenendo conto della giurisprudenza dell’UE. La piattaforma dovrà dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, le nuove norme garantiscono che una persona non possa essere allontanata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema automatizzato. Le piattaforme dovranno garantire il controllo umano su decisioni importanti che incidono direttamente sui lavoratori delle piattaforme digitali.
Infine, la nuova direttiva introduce norme che garantiscono una maggiore protezione dei dati dei lavoratori. La piattaforme non possono elaborare determinati tipi di dati personali, come quelli sullo stato emotivo o psicologico e le convinzioni personali.
Le norme dovranno ora essere adottate formalmente anche dal Consiglio. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le disposizioni nella loro legislazione nazionale.
Aggiornamento (14/10/2024): la direttiva è stata approvata anche dal Consiglio. Gli Stati membri avranno due anni di tempo (dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea) per recepire le disposizioni nel diritto nazionale.