Play Store: Google chiede di bloccare le modifiche

Play Store: Google chiede di bloccare le modifiche

Google ha chiesto al tribunale di appello di sospendere l'ingiunzione permanente che impone numerose modifiche al Play Store entro il 1 novembre 2024.
Play Store: Google chiede di bloccare le modifiche
Google ha chiesto al tribunale di appello di sospendere l'ingiunzione permanente che impone numerose modifiche al Play Store entro il 1 novembre 2024.

Google ha chiesto (PDF) al tribunale di appello di bloccare le modifiche al Play Store negli Stati Uniti ordinate dal giudice James Donato con la sentenza di primo grado. L’azienda di Mountain View aveva già presentato appello, ma ora vuole evitare l’applicazione dell’ingiunzione permanente a partire dal 1 novembre 2024.

I cambiamenti sono pericolosi

Una simile richiesta era stata presentata al tribunale di primo grado (domani si conoscerà la decisione del giudice), ma Google vuole ottenere una risposta anche dal tribunale di secondo grado (ovviamente entro il 31 ottobre), prima dell’inizio delle udienze di appello, considerato che mancano due settimane alla scadenza da rispettare per apportare le modifiche allo store.

Nella richiesta di sospensione sono elencati i motivi per cui Google crede di avere una “forte probabilità di successo in appello“. Secondo l’azienda californiana, i cambiamenti avranno pericolose conseguenze per utenti, sviluppatori e produttori di dispositivi, considerato anche il poco tempo disponibile (circa tre settimane a partire dal 7 ottobre, quando è stata emessa l’ingiunzione permanente).

Google ha riassunto i cinque problemi principali in un “fact sheet” (PDF). L’obbligo di distribuire app store di terze parti tramite Play Store rappresenta un rischio per la privacy e la sicurezza degli utenti perché potrebbero installare app infette o contenuti inappropriati.

Consentire l’accesso all’intero catalogo del Play Store agli store di terze parti riduce il controllo sulla distribuzione delle app da parte degli sviluppatori. Questi ultimi possono chiedere di non aggiungere le proprie app allo store di terze parti, ma gli utenti rischiano ugualmente di scaricare app apparentemente legittime.

Google evidenzia inoltre il pericolo derivante dall’inserimento di link che puntano all’esterno dello store. Un malintenzionato potrebbe sfruttare il link per installare malware sul dispositivo e rubare i dati dell’utente.

Consentendo invece agli sviluppatori di usare solo il metodo di pagamento alternativo impedisce agli utenti di sfruttare i vantaggi del metodo di pagamento di Google, come rimborsi, gestione degli abbonamenti, supporto clienti, controllo parentale e gift card.

Infine, Google avverte che tutti i pericoli evidenziati sono amplificati dall’obbligo di modificare lo store entro il 1 novembre. Imporre di implementare i cambiamenti in meno di quattro settimane potrebbe portare a problemi di sicurezza e privacy perché non c’è il tempo di testare tutte le modifiche.

Fonte: The Verge
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Pubblicato il
17 ott 2024
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