I procuratori generali di 37 stati hanno presentato una denuncia contro Google per violazione della legge antitrust. L’azienda di Mountain View avrebbe abusato del suo monopolio nel mercato della distribuzione delle app Android, costringendo gli sviluppatori ad utilizzare il suo sistema di pagamento in-app e quindi a pagare una commissione del 30%. Google ha dichiarato che le accuse sono false.
Quarta indagine antitrust contro Google
Si tratta della quarta denuncia antitrust contro Google presentata negli Stati Uniti, dopo quella di ottobre e le due di dicembre 2020 relative al presunto monopolio nei settori delle ricerche e dell’advertising online.
In questo caso, i 37 procuratori generali accusano Google di ostacolare la concorrenza, monopolizzando la distribuzione delle app Android e obbligando gli sviluppatori ad utilizzare la sua piattaforma per i pagamenti in-app. L’azienda di Mountain View ha esteso il pagamento della commissione ad un numero maggiore di beni digitali, ma ha ridotto la percentuale al 15% sul primo milione di dollari guadagnato ogni anno dagli sviluppatori.
Casualmente il caso verrà esaminato dal giudice James Donato, lo stesso che si occuperà della denuncia presentata contro Google da Epic Games (il processo inizierà ad aprile 2022) per gli stessi motivi. Sembra tuttavia improbabile che il giudice emetta una sentenza favorevole ai procuratori generali.
Come sottolinea Google nel post pubblicato sul blog ufficiale, Android non ostacola la concorrenza e la scelta degli utenti, in quanto le app possono essere distribuite direttamente dagli sviluppatori sui loro siti oppure tramite store di terze parti (è inoltre possibile l’installazione mediante sideloading). Ciò evita anche il pagamento della commissione. Tutte alternative non disponibili invece su iOS.